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Per l’intervista di questa settimana si va in Versilia, precisamente a Viareggio, dove ci aspetta Francesco Boccacci, che di cose interessanti ne ha tante da raccontarci visto che è un tifoso lontano da tempi addirittura preistorici.

Buongiorno Francesco, ci siamo visti venerdì sera per la partita contro il Pescara. Anche questa volta il gruppo “Vecchia Versilia Biancorossa” é arrivato a Vicenza nella sua formazione migliore, supportato dai due fantastici emiliani di Bologna e di Reggio Emilia. Devo dire che siete sempre un grandissimo spettacolo, personalmente posso dire che siete un esempio luminoso di fedeltà e di amore incondizionato a cui tutti dobbiamo ispirarci.
Per noi tifosi lontani il “gruppo”, è un’ occasione unica per vivere momenti biancorossi speciali. Quando riusciamo a riunirci per una partita del Lanerossi, o anche solamente per una di quelle che chiamiamo “cene biancorosse” in qualche locale comodo un po’ a tutti, scatta un meccanismo particolare fatto di divertimento e gioia. Ti confesso che abbiamo creato un bel gruppo solido che nelle singole occasioni si allarga e di questo, tutti noi, siamo molto felici. Le nostre cene si completano poi con quel giro di telefonate che i tifosi vicentini ben conoscono e che sono un modo per farci sentire sempre vicini.

Come riuscite a organizzarvi per le vostre trasferte? Da chi parte l’input, chi sceglie “dove si va a vedere cosa”?
Non abbiamo delle vere e proprie regole, sicuramente le partite a noi più vicine sono un’occasione d’oro, ma tante volte è veramente il caso o se preferisci “l’astinenza da Lanerossi” che ci muove. Tante volte è proprio durante le nostre cene che fantastichiamo trasferte impossibili che si concretizzano raramente. Molto più spesso le partite le viviamo a casa nostra con radio, televisione, internet e quando riusciamo a riunirci per farlo insieme è già una festa. Comunque entrare in curva è tutto molto diverso.

Allora Francesco, la tua storia è un po’ particolare. Da una parte un gruppo compatto e organizzato di toscani che segue da una vita il Vicenza e dall’altra, a pochi chilometri, tu che per anni e anni hai pensato di essere il solo tifoso che seguiva con tanto amore – seppur da lontano – le sorti del Lanerossi.
Ho scoperto che la mia esperienza è meno eccezionale di quello che credevo: tifoso fin da bambino senza nessuno in Toscana con cui condividere la mia passione. Sei convinto di essere “l’unico” e questo anche se ti fa essere orgoglioso, ti rende un po’ triste. Poi un giorno scrivi un messaggio su un blog, un altro tifoso lontano lo legge, ti chiede il numero di telefono e dopo qualche minuto ecco che ti si apre un mondo nascosto fatto di tifosi a pochi chilometri da te. Questa è la mia storia, che da qualche anno mi permette di vivere diversamente questa passione.

Galeotta fu la figurina Panini di Sidney Cunha alias Cinesinho, un grande giocatore e professionista che qui a Vicenza ha fatto un po’ da papà ai più giovani colleghi. Che ricordo ti è rimasto di lui?
Era l’epoca delle figurine Panini che si attaccavano con la colla e vedere la foto di quel giocatore fu una vera e propria folgorazione. Sarà stato quel primo piano, o forse quella R sulla maglietta o forse era proprio la figurina che mancava per terminare la squadra. So solamente che la mia passione è iniziata lì. Come giocatore ho due splendidi ricordi: punizioni e calci d’angolo che lo rendevano veramente unico. Come uomo credo che la sua ironia possa essere stata un buon insegnamento per i giovani che lo hanno conosciuto.

Con te – vista l’età – posso permettermi una domanda. Secondo te che cosa è cambiato con l’avvento di internet nel modo di tifare da parte di voi “da fora”? La lontananza, la mancanza di notizie, l’inevitabile presa per i fondelli da parte dei coetanei verso chi tifava per una piccola squadra di provincia rendevano forse più poetica e romantica la passione per la maglia biancorossa con la R sul petto? L’idea, come nel tuo caso, di essere “solo al mondo” ti ha fatto sentire un po’ un cavaliere senza macchia e senza paura?
Mi ricordo perfettamente la mia infanzia fatta di “Tutto il calcio minuto per minuto” e poi ad attendere “Novantesimo minuto” alla tv per vedere qualche immagine. Il lunedì a scuola puntualmente iniziavano le battute dei compagni juventini, milanisti ed interisti, poi nella stagione 77-78 il grande campionato del Real Vicenza rese giustizia al tifoso solitario. Oggi internet ha cambiato notevolmente le cose, si vive tutto in una costante diretta anche con quello che è lontano da noi, credo che la mia infanzia da tifoso lontano del Lane, oggi sarebbe molto semplificata.

Ogni volta che entro allo stadio apprezzo le coreografie della curva Sud e provo un grande senso di orgoglio, ma nulla quanto vedere dei bambini o dei ragazzini che iniziano a venire allo stadio. Tu stai cercando di provvedere al ricambio generazionale vero?
Mio figlio ha tredici anni ed ultimamente mi segue nelle cene biancorosse che per lui sono delle vere e proprie serate di divertimento. Ci ha seguito anche nelle trasferte di Livorno, Reggio Emilia e Carrara, ma come hai visto, venerdì ha fatto il suo primo ingresso in curva Sud a Vicenza. Quando alla fine del primo tempo mi ha chiesto di scendere a comprare la sciarpa biancorossa, ho capito che l’esperienza è stata positiva. Oggi non sono in grado di dire che la sua passione sia scoppiata ma i primi segnali sicuramente ci sono!

Dopo la scoppola dei quattro “peri” incassati a Lanciano è arrivata la bella vittoria contro il Pescara. Che mi dici al riguardo, come avete vissuto la partita dalla bolgia della Sud?
Ai “peri incassati” ci siamo abbastanza abituati ma regalarli agli avversari è tutta un’altra cosa. Scherzi a parte, è stata una serata fantastica a cominciare dal gemellaggio con i pescaresi, siamo riusciti a vivere una serata di puro sport. Grande tifo e finalmente una bella vittoria che personalmente ritengo incoraggiante. La squadra si è mossa bene ed ha reso inoffensivo un Pescara che secondo me avrebbe potuto darci qualche problema. Rialzarsi in questo modo dopo un 4 a 0 è un segnale positivo, non bisogna distrarsi e continuare con questa concentrazione.

Com’è la tua impressione, ce la faremo a salvarci nel lungo ed estenuante campionato di serie B? Secondo te, quali sono le caratteristiche principali che deve avere una formazione per potersi salvare: un grande attacco o una difesa impenetrabile?
Devo confessarti che all’inizio del campionato pensavo ad una stagione di sofferenza, ma in queste prime nove partite ho visto qualcosa di molto incoraggiante. Credo che in questa serie B, con il nostro tipo di gioco, sia indispensabile la concentrazione. Rispondere alla tua domanda non è facile, se non segni non vinci ma sicuramente se prendi goal perdi, allora forse organizzare una difesa impenetrabile dovrebbe essere il primo pensiero. Poi siccome il campionato è lungo, potremo pensare anche all’attacco. Ma ti ripeto, io in difesa qualcosa di buono lo vedo.

Anche a te Francesco consegno la bacchetta magica e la possibilità di far scendere in campo la tua formazione ideale biancorossa di tutti i tempi.
Lasciami sognare, io schiero questa: Bremec, Volpato, Carantini, Di Carlo, Prestanti, Carrera, Cerilli, Cinesinho, Rossi, Baggio, Rondon. Allenatore G.B. Fabbri.

Vuoi mandare un saluto al nostro Capitano e ai suoi ragazzi?
Credo che questa squadra, se ognuno riuscirà a dare il proprio contributo, in molte occasioni potrà diventare protagonista e riuscirà a farci vivere un sogno. Il più grosso augurio che posso fare è che questa stagione sia l’inizio di una nuova era, il punto di partenza per tornare grandi come il nostro Vicenza merita. Al nostro Capitano mando un forte abbraccio chiedendogli di tenere duro anche nei momenti difficili, i tifosi vicini e lontani saranno sempre accanto alla squadra pronti a gridare Forza Lane!!!

Grazie Francesco, finalmente siete tornati a casa con una bella vittoria. Vi aspettiamo per cento e mille altre ancora…

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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