Avevamo anticipato ieri che oggi sarebbe stato il giorno della risposta del gruppo svizzero dopo l’invio della documentazione aggiuntiva spedita da via Schio lunedì scorso. Infatti da almeno tre ore è in corso una riunione che vede da una parte il presidente del Vicenza Tiziano Cunico, l’advisor Ippolito Gallovich e il commercialista Antonio Segalla, con dall’altra parte, in video conferenza, i vertici del gruppo svizzero.
Da quanto è trapelato, il quadro resta sempre molto poco positivo, e quindi tutto porta a pensare che sia molto complicato raddrizzare una contrattazione che si è seriamente complicata nel faccia a faccia di sette giorni fa a Ginevra. Ma quello che sta accadendo è alquanto strano e spieghiamo subito perché. Da via Schio fanno sapere (adesso?) che le problematiche sarebbero principalmente due: la prima riguardante la fattibilità, oppure la ristrutturazione dello stadio, la seconda punta il dito sull’offerta degli svizzeri ritenuta troppo bassa rispetto alla aspettative. Due punti che oggettivamente ci lasciano alquanto perplessi in quanto in riferimento alla problematica stadio più volte i vertici di via Schio avevano detto che la questione sarebbe stata affrontata dopo la definizione dell’acquisto del Vicenza calcio tra gli esperti del Comune di Vicenza e i pari ruolo della cordata svizzera. Ma ancora più inspiegabile è la seconda motivazione, considerato che dopo l’incontro di sabato a Ginevra il presidente Cunico aveva affermato che erano stati fatti passi avanti senza per la verità spiegare quali. Dichiarazioni che adesso lasciano stupiti, perché qualsiasi trattativa di compravendita parte dall’aspetto economico e accorgesi dopo una settimana che l’offerta dell’acquirente è bassa ci pare assai poco credibile.
La realtà è che il punto chiave è sempre la copertura dei debiti e le relative garanzie. Come detto più volte l’attuale proprietà si è (era?) impegnata a mettere sul tavolo circa 8 milioni, 2,8 a stagione per tre anni per la precisione, comprendendo nel quantum anche una sponsorizzazione triennale. Probabile che la formula proposta da via Schio non abbia né soddisfatto, né convinto gli svizzeri, considerato che ancora adesso si sta trattando anche se per la verità, a nostro avviso, con pochissime possibilità di portare a buon fine la trattativa. Per saperlo comunque si dovrebbe attendere molto poco, ma nel frattempo, prendono forza e trovano conferma le indiscrezioni che volevano un gruppo di imprenditori vicentini (pare sette, tra i quali i ben noti Fosser, Adamo, Dalla Vecchia, n.d.r.) insieme all’ex presidente del Varese Antonio Rosati, che avrebbero avanzato la loro candidatura a gestire il Vicenza calcio dal primo di luglio in poi. Le condizioni dettate sono partire dopo l’avvenuta e regolare iscrizione nel prossimo campionato di lega Pro, e il totale carico dei debiti attuali del Vicenza calcio all’attuale proprietà. Condizioni sulla carta che paiono non accettabili da Cassingena e soci, ma che potrebbero anche rappresentare un punto di partenza per sedersi ad un tavolo per iniziare a trattare. Il tutto per ribadire che il nocciolo della questione è sempre il monte debitorio e le garanzie che chi è intenzionato ad acquistare il Vicenza vuole, giustamente, avere.
>la seconda punta il dito sull’offerta degli svizzeri ritenuta troppo bassa rispetto alla aspettative
Ma sono deficienti o cosa? È già tanto se gli sivvezzeri si accollano 10 milioni di debiti quando NESSUNO voleva farlo e questi tirano sul prezzo perchè vorrebbe fasrgli accollare più debiti (senza contare che quei 3-5 milioni del valore della rosa va in compensazione del monte debiti).
Se organizzate una sortita sotto casa del casolin a protestare di notte con trombe tamburi e cori mentre dorme fatemi un fischio che partecipo volentieri. Non prenderà più sonno finchè non venderà la società, perchè ormai è diventato una cosa veramenter IN DE CEN TE e o chiaro ormai a tutti che il Vicenza Calcio è solo una mera operazione di sfruttamento e speculazione dei suoi soci.