“Soldi, soldi, soldi, tanti soldi…beati siano i soldi, i beneamati soldi perché…” cantava Betty Curtis nel ’64. Anno in cui il Vicenza chiudeva al sesto posto il suo nono campionato consecutivo in serie A. E anno in cui forse, in via Schio, girava qualche soldo in più di adesso. Anche perché oggi di moneta sonante non sembra esserci l’ombra. A sgomberare il campo da dubbi, se mai ce ne fossero ancora, ci pensano i numeri, impietosi, di un bilancio che ha chiuso con 14 milioni di debiti.
Le cifre e l’analisi fatta dal tifoso biancorosso Silvio Peruzzo non fanno altro che confermare il pessimo stato di salute del club biancorosso: debiti con l’erario per oltre 6 milioni di euro – e difficoltà a far fronte alle scadenze rateizzate del debito -, con le banche per 4 milioni, nei confronti del personale per 2,3 milioni. Una situazione talmente grave da indurre, per la prima volta, il collegio dei sindaci a mettere in dubbio la continuità aziendale: tradotto, il rischio fallimento non è mai stato così alto come oggi. La soluzione? Mettere mano al portafogli e tirar fuori tanti (e veri) soldi. Utopia pensando all’attuale proprietà e a come in questi nove anni è stata gestita la società. Una società che definirla invendibile non pare un azzardo: da un lato per il monte debitorio (nessuno si accollerebbe un tale peso), dall’altro per l’impossibilità da parte della proprietà di offrire garanzie sul pagamento di buona parte dei debiti (altrimenti non si spiega il motivo di una situazione finanziaria ormai alla deriva).
In questo scenario ai limiti dell’apocalittico la buona notizia (si fa per dire) è che, stando a quanto trapela da via Schio, gli stipendi in scadenza al 16 dicembre verranno regolarmente pagati, scongiurando così altre penalizzazioni in classifica che andrebbero a compromettere ulteriormente il già difficile lavoro di mister Lopez e a minare una volta di più la pazienza (se mai ne fosse rimasta) dei tifosi biancorossi. Che meriterebbero almeno delle risposte (e non le solite scuse) da parte di chi, dopo il fallimento sportivo, ha ora portato il Vicenza Calcio sull’orlo di un precipizio.
Risposte che però nemmeno questa volta arriveranno, visto il deferimento che ancora grava sull’amministratore delegato Dario Cassingena e sul presidente Tiziano Cunico. Da via Schio l’unica considerazione che viene fatta, dunque, è che la difficile situazione in cui versa il club è la stessa di due anni fa, ma che la società non può dirsi invendibile. Proprio sul fronte trattative trapela che prosegue il lavoro del dottor Gallovich per favorire in tutti i modi la cessione, che rimane l’obiettivo primario. Tra rumors, indiscrezioni, smentite e cordate più o meno attendibili, il mistero è il come questa vendita potrà avvenire (se mai succederà), proprio alla luce dei numeri del bilancio e di quanto detto sopra. Chi vivrà, vedrà; a patto che la parola fine non venga scritta anzitempo.
Il fallimento mi pare l’unica via possibile per porre fine a questo scempio. I soci hanno fatto di tutto finora per evitarlo, anticipando soldi e recuperandoli non si sa dove…. Se faranno anche in futuro tutto il possibile per evitare il fallimento (la società non verrà venduta, chi è il fesso che acquisterebbe una società così indebitata e senza cassa???), vuol dire che hanno assoluto interesse a nascondere qualcosa di grosso….