L’unica ammissione è stata quella di essere stato ad un passo dalla cessione in caso di permanenza in serie B, condizione necessaria per far in modo che la trattativa potesse chiudersi positivamente. Come è noto a tutti la salvezza non è stata raggiunta, e Stefano Bonacini, titolare della azienda di abbigliamento Gaudì e maggior azionista del Carpi, com’era negli accordi in caso di retrocessione del Vicenza in lega Pro ha rinunciato all’acquisto della società berica. Bonacini tenterà di salire in serie B con il suo Carpi, impegnato nei play off promozione, con la patata bollente che è rimasta nelle mani del presidente del Vicenza Tiziano Cunico. Le cose non sono andate meglio con il gruppo guidato dall’avvocato romano Angelo Massone che, dopo aver presentato un’offerta a marzo ha recentemente fatto sapere che la proposta presentata non è più valida e che quindi tutto è da ridiscutere.
Il giorno dopo la retrocessione il quadro generale lasciava pensare che un Vicenza in lega Pro, gravato da circa tredici milioni di debiti e con un parco giocatori deprezzato dalla retrocessione, non fosse appetibile e che di manifestazioni di interesse in via Schio non ne sarebbero arrivate. Invece le cose non stanno andando così, considerato che sono ben tre i gruppi che stanno valutando con massima attenzione la possibilità di acquisire la maggioranza del Vicenza calcio.
L’interesse più datato è quello di una società composta da alcuni imprenditori russi interessati ad un progetto che mette il Vicenza calcio al centro di una grande operazione che coinvolgerebbe Vicenza Futura e la costruzione del nuovo stadio, e punterebbe a costruire in zona Caldogno un nuovo centro sportivo che andrebbe a completare il progetto del Centro Equestre Internazionale promosso dall’imprenditore Elio Marioni, presidente del gruppo Askoll. Un progetto molto ambizioso che ha bisogno di tempo per essere realizzato (tempo che il Vicenza calcio non ha…) con un impegno finanziario rilevantissimo per un gruppo di imprenditori che avrebbe legami molto stretti con la società dello Zenit San Pietroburgo allenata dal tecnico italiano Spalletti.
Meno ambizioso nei programmi, ma in una fase più avanzata nei contatti è l’offerta portata avanti dalla cordata guidata da Hamdi Mehmeti, giovane imprenditore svizzero di origini kosovare che ha già partecipazioni societarie in un club svizzero ed in uno croato. Il tramite tra Hamdi Mehmeti e la proprietà biancorossa è stato Fabrizio De Poli, ex direttore generale di Cittadella e Genoa ed ex dirigente del settore giovanile biancorosso che, in caso di conlclusione positiva della trattativa, dovrebbe far parte dell’organico dirigenziale della nuova società. Le trattative tra il gruppo di Hamdi Mehmeti e il Vicenza sarebbero in fase avanzata considerato che resterebbero da definire i dettagli riguardanti il monte debitorio della società berica e la manifestazione delle capacità economiche del gruppo guidato da Hamdi Mehmeti.
Inoltre, la settimana scorsa, il presidente biancorosso sarebbe stato avvicinato anche da un intermediario a rappresentanza di un gruppo romano che, dopo la consultazioni dei documenti societari e dell’ultimo bilancio, potrebbe a breve chiedere un incontro per discutere le condizioni per rilevare la maggioranza del Vicenza calcio.