Il dibattito, moderato da Alberto Belloni (de ‘La Nuova Vicenza’) e da Emanuele Arena, ha preso spunto dalla situazione odierna delle “provinciali” al crepuscolo (dalla Spal alla Triestina passando per il Piacenza) che stanno lasciando il posto a Udinese e Cagliari. Nuove realtà che, come affermato dall’ex direttore di Tuttosport Giancarlo Padovan, prendono forma non solo dai soldi ma soprattutto dalle capacità dei vertici societari: solo grazie a perseveranza e programmazione (specie del settore giovanile) si può arrivare alla “buona gestione del modello tedesco”.
Si è focalizzata sulla situazione societaria dell’ultimo decennio Alberta Mantovani (Giornale di Vicenza) analizzando il declino dai tempi di Aronne Miola (“Primo presidente di fatto non proprietario”) al susseguirsi di presidenti degli ultimi mesi che non ha fatto altro che “aggiungere confusione a confusione”. Il futuro? “Il piano di vendita c’è (l’attuale proprietà si sobbarca il 49% dei debiti e rimane in società per tre anni) ma ad oggi non c’è nessuno che vuole comprare il Vicenza”. A confermarlo è Corrado Ferretto (Corriere del Veneto): “Sono una quindicina le cordate che si sono esposte pubblicamente negli ultimi anni”. Da Filippi (“Nessuna vera intenzione di comprare”) a Massone (“Incomprensibile amore per il Vicenza”) passando per i vari Esposito, Soloni e Diquigiovanni. Il problema però è sempre lo stesso: “Con 14/15 milioni di debiti il Vicenza è invendibile. L’unica possibilità è che la società si faccia carico dei debiti e metta in vendita il Lane a zero euro e forse allora…”. Le difficoltà aumentano in caso di lega pro a causa della diminuzione vertiginosa delle principali entrate. Secondo Luca Pozza (Gazzettino) però quella di portare i libri in tribunale non è un’ipotesi concreta nei prossimi mesi: “A fronte dei debiti ci sono diversi crediti come quelli derivanti dai cartellini di Giacomelli o le metà di Frison e Pinsoglio”.
La situazione del Vicenza è drammatica in campo e fuori. I presidenti passano così come i giocatori: restano solo i tifosi, gli unici che ci rimettono veramente.
