Dopo la pesantissima sconfitta subita al Menti contro l’Empoli e il clima di rabbia, rassegnazione, sfiducia e distacco che si respira tra la tifoseria, tutto lascia pensare che niente e nessuno potrà salvare questo Vicenza che di quaranta partite giocate ne ha perse venti, confermando che i limiti di questa squadra sono stati l’unica costante del campionato dei biancorossi. Purtroppo ormai non fa più notizia quando il Vicenza sbaglia la gara che potrebbe aprire scenari meno drammatici, non si stupisce nessuno se la squadra subisce gol su palla inattiva con l’avversario di turno che segna indisturbato nell’area piccola: tutto fa parte di una stagione che assomiglia molto alle precedenti, in cui le delusioni e le sofferenze si sono sprecate. Una serie di campionati in cui gli errori commessi non hanno insegnato nulla se si considera che il cammino di questo torneo è molto simile a quello dell’anno scorso che portò il Vicenza alla retrocessione.
I più irriducibili, quelli che non si vogliono rassegnare a vedere il Vicenza in lega Pro, sostengono che si può ancora fare, che il calendario concede al Vicenza una concreta speranza di centrare i play out. Nel calcio tutto è possibile e sulla carta, dati alla mano, la cosa sarebbe anche realizzabile. Ma la realtà porta invece a considerare che il Vicenza visto contro l’Empoli dal 23′ del primo tempo in poi è una squadra che non ha carattere, non ha personalità, non ha capacità di reazione e soprattutto non ha lo spirito di chi dovrebbe lottare con le unghie e con i denti per salvarsi. Per questo motivo la possibilità di arrivare ai play out può considerarsi solamente teorica se il Vicenza non riuscirà a cambiare completamente faccia in queste ultime due partite.
Ma può una squadra che in quaranta gare ha mostrato e confermato una serie grave di lacune tecniche e caratteriali, trasformarsi per le ultime due gare di campionato ed eventuali play out? La risposta più ovvia è naturalmente no, anche se sperare non costa nulla. E comunque vada, una salvezza, che avrebbe del rocambolesco e del miracoloso, non cancellerebbe le colpe di una proprietà che in nove anni di gestione ha collezionato solo insuccessi e fallimenti.