Mister De Tomasi, prima di approdare al Vicenza (4 anni fa con una formazione mista 2000/2001) ha allenato squadre dilettantistiche di ragazzi più grandi: dalla prima squadra ai bimbi, un salto non indifferente.
Sì, ma avere a che fare con ragazzini di 11 anni significa avere in mano un libro da scrivere, sono sempre aperti a nuove proposte e conoscenze. Ovviamente ci vuole anche tanta pazienza ma le soddisfazioni sono amplificate. Questi ragazzi hanno la mente fresca, non sono assuefatti da altre cose che incontreranno nel cammino per cui si può lavorare bene, sicuri che recepiranno tutto. In questi 3 anni insieme ho visto enormi progressi, i ragazzi ora mettono in mostra le capacità che all’inizio si potevano solo intravedere.
Un gruppo che è rimasto sempre lo stesso da tre stagioni a questa parte?
No, i dirigenti hanno garantito un paio di innesti di qualità all’anno. Non è una ricerca semplice: si spera sempre che ciò che si trova sia giusto ma non è facile intravedere le capacità in un bambino. Vediamo moltissimi giocatori ma siamo indirizzati solo verso chi ha doti tecniche notevoli che riesce a metterle in atto fin da subito. Grazie al gruppo straordinario poi non ci sono problemi di inserimento, ed è già un gran vantaggio.
Ci può spiegare come avviene questa ricerca?
Tutto nasce grazie alla rete di osservatori che dopo aver visto i ragazzi nei propri campionati lo segnalano. E’ un lavoro complesso ma con i due responsabili Margiotta e Ciarelli abbiamo un buon rapporto: prima della scelta finale ci confrontiamo e ci relazioniamo più e più volte.
Quali sono le difficoltà nel gestire un gruppo di ragazzini di 11 anni?
Dobbiamo cercare di “frenare” la loro esuberanza. Sono ancora argento vivo, contano i minuti da quando finisce scuola a quando inizia l’allenamento. Hanno tanta voglia di giocare, sarebbe bello rimanessero sempre così!
Con un gruppo di 17 giocatori avrà un bel da fare.
Sì ma per fortuna un grande aiuto arriva dai miei collaboratori: da Davide Busolo (curatore della parte coordinativa) al maestro di tecnica Luigi Elevati fino ai dirigenti Diego Roncato e Gianni Tolfo.
Qual è l’aspetto che privilegiate nelle vostre sedute?
I nostri allenamenti sono basati per un buon 70% sulla tecnica e per il rimanente 30% sulla parte coordinativa. Ritengo che la base per questa età sia la tecnica e da qui nascono gli esercizi che propongo, sempre ed esclusivamente con la palla. E’ un credo che ho impostato in questi 3 anni e vedo che i miei giocatori lo hanno recepito e lo stanno mettendo in pratica partita dopo partita.
E di conseguenza i risultati arrivano…
Sì ma in realtà non sono abituato a guardare meramente l’aspetto numerico della classifica o delle vittorie. Preferisco soffermarmi sull’attenzione, sull’intensità di gioco e sulla voglia di mettersi in mostra. Il futuro è sempre un’incognita ma fino a questo momento si stanno comportando molto bene.
La fase primaverile è appena iniziata e ci sono diversi mesi prima della fine della stagione, c’è qualcosa in particolare che vuole trasmettere alla sua squadra?
C’è una cosa che ripeto sempre ai miei ragazzi: ogni allenamento e ogni partita rappresentano un mattoncino che loro mettono sulla loro fondamenta, chi seguirà gli insegnamenti poi finirà per costruire una casa abitabile e confortevole. Penso che questi ragazzi alla fine della stagione avranno acquisito quelle competenze di tecnica individuale basilari per il loro futuro di calciatori.