Mister Zanotto, abbiamo superato la boa di metà stagione, come sta andando?
Sono molto contento per gli enormi progressi tecnici. In questi due anni la squadra ha avuto diversi innesti mirati che ne hanno aumentato la qualità. In questa stagione sto dando i primi insegnamenti tattici, la fortuna di allenare nel Vicenza Calcio è avere a che fare con elementi validi che recepiscono prontamente gli input dati.
E il gruppo come reagisce?
Molto bene! Spesso nella partita del sabato mettono in pratica le nozioni della settimana. Questa è la fortuna di poter allenare elementi di valore. La squadra è molto unita e i ragazzi pur divertendosi riescono sempre ad essere attenti e seguire. Sono veramente ammirevoli: a questa età uscire di casa nel primo pomeriggio affrontando anche mezz’ora di pulmino tre volte a settimana per venire ad allenarsi non è così facile. Poi però arrivati qui si divertono e questo è ciò che conta. La borsa non pesa quando ci si allena volentieri. Il mio scopo è arrivare a fine stagione con i ragazzi che hanno ancora voglia di venire ad allenarsi.
Il percorso per ragazzi di 11/12 anni però è molto lungo e l’aspetto tecnico-tattico non è l’unico.
No infatti. Quest’anno i miei ragazzi sono migliorati molto anche sotto l’aspetto mentale. Adesso gran parte di loro sono diventati “giocatori”: capiscono le varie fasi del gioco, soffrono, si aiutano e iniziano a far squadra. A questi livelli la vera differenza la fa la testa: si può essere bravi tecnicamente ma se non si ha voglia di allenarsi giorno per giorno con la mentalità giusta non si può arrivare in alto.
Aspetto non proprio facile da insegnare specie per l’età delicata dei ragazzi.
Certo, ma penso che questa sia la fascia d’età giusta per me. Tante volte prima di prendere decisioni mi metto nei panni dei giocatori. Mi agevola molto avere un figlio un anno più grande di loro perché penso a come potrebbe reagire lui. Dev’esserci il giusto mix tra bastone e carota..ma prima di andare a casa due carote gliele do sempre!
Seguire una squadra per tre allenamenti a settimana più la partita non dev’essere semplice.
Infatti da solo non potrei farcela. Fortunatamente sono assistito dai responsabili Massimo Margiotta e Alberto Ciarelli che sono ammirevoli per la costanza che hanno nel seguire tutte le annate. Del mio staff sono felicissimo, lavorano nell’ombra ma sono fondamentali. Dal preparatore atletico nonché secondo allenatore Diego Bistore, al collaboratore tecnico Federico Ferretto fino al prezioso dirigente factotum Gianfranco Roncato: tutti sono preziosissimi perché possa andare tutto per il meglio.
E i risultati poi si vedono…
Sì, è vero, stiamo facendo bene. In realtà in campionato, affrontando squadre di un anno più grandi, soffriamo un po’ dal punto di vista fisico ma poi sopperiamo agilmente grazie alle nostre qualità tecniche. Sono convinto però che il vero valore non venga dato dal campionato. Per noi sono importanti le amichevoli con le società professionistiche, è lì che nascono i veri confronti. Abbiamo giocato contro Juventus, Mantova, Bassano, Cittadella, Treviso e Spal e ce la siamo sempre giocata alla pari, anzi in realtà abbiamo perso solo contro la Juve a inizio stagione. Sono contento, stiamo facendo bene.
Rimane ancora qualche mese prima del termine della stagione, che obiettivi si è posto?
Mi piacerebbe raccogliere i frutti di questi anni di lavoro con qualche risultato nei tornei importanti. A Pasqua disputeremo il torneo di Casalserugo, una sorta di mini campionato Veneto con squadre del calibro di Padova, Verona, Cittadella e Portrogruaro. Durante la stagione non facciamo amichevoli contro Padova e Verona per un discorso campanilistico ma se le affronteremo in questi trofei si capirà realmente il nostro valore. Vorrei far bene anche per i giocatori perché noi allenatori siamo solo di passaggio. In quei 2/3 anni dobbiamo cercare di trasmettere il meglio a livello tecnico, qualcosa a livello tattico e fargli fare il salto di qualità a livello mentale. Riuscire già da ora ad alzare qualche trofeo darebbe oltre a una grande soddisfazione che ripaga il lavoro svolto e a una prestigio per la società, anche una voglia di fare bene in futuro grazie a nuovi stimoli.