I primi schemi nel 1998 con la squadra dei pulcini (la allora classe ’89!), per poi dividersi, pardon raddoppiare, tra pulcini e giovanissimi. Il ruolo di comandante in capo di due squadre viene mantenuto fino al 2006 quando inizia a concentrarsi solo sulla categoria dei giovanissimi. Quest’anno è alla guida dei giovanissimi sperimentali, secondi in classifica nel girone A.
Mister Cuccarolo, in vetta c’è il Padova con 50 punti (e una partita da recuperare) ma alle spalle dei biancoscudati c’è la sua squadra.
Sì, fino adesso le cose stanno andando bene. I ragazzi stanno dando il massimo e di conseguenza stiamo rispettando le aspettative. Non ho, e non ho mai avuto, alcun obbligo di risultati ma essere secondi in classifica è la conferma che stiamo lavorando bene.
Anche perché ha preso in mano questa squadra ad inizio stagione.
Per me è un gruppo completamente nuovo visto che l’anno scorso seguivo i ’98 che ora si allenano con Giovanni Barbugian. Sono 24 ragazzi del ’99 e rispetto all’anno precedente si sono aggiunti sei elementi. E’ un gruppo molto unito e con una discreta qualità. Magari patiamo un po’ fisicamente ma sotto l’aspetto tecnico sono proprio i più piccoli ad avere spunti maggiori. Siamo tra le squadre più piccole del campionato ma i risultati confermano che non è mai stato un problema.
Da grande conoscitore della categoria, quali sono gli ostacoli maggiori che incontra in una stagione dei giovanissimi?
Sicuramente la continuità nella prestazione e nell’attenzione degli allenamenti. Questa è un’età in cui i ragazzi sono in una fase di costante mutamento e anche fattori esterni (come gli esami di terza media) rendono tutto più complicato. Con 24 ragazzi in rosa per forza c’è qualcuno che gioca di più e altri di meno, la difficoltà sta nel coinvolgere tutti nello stesso modo.
Un compito molto complicato.
Sì ma non sono da solo. Chi è sempre sulla cresta dell’onda è l’allenatore ma alle mie spalle c’è un gruppo molto competente: dal preparatore atletico Loda ai fisioterapisti Sausa e Tomasello, passando per i dirigenti Pinton, Beda e Contadin fino a quelli che sono i “grandi capi” Margiotta, Ciarelli e Dario Cassingena.
In campionato avete raccolto 15 vittorie, 2 pareggi e solo 3 sconfitte: fino a questo momento sembra essere andato praticamente tutto al meglio.
Assolutamente sì. Questo è un gruppo che in campo riesce a dare tutto: sono molto molto contento. Ovviamente i margini di miglioramento sono ampi e c’è ancora molto da fare però è un gruppo che fa dell’unione la propria forza e ha sempre superato bene i momenti di difficoltà. Dispiace però per la sfida contro il Chievo…
Proprio quei gialloblù che ritroverete alla ripresa del campionato dopo un weekend di sosta. A fine ottobre terminò con una pesante sconfitta 5 a 2.
Dobbiamo prenderci la rivincita soprattutto per come abbiamo disputato la partita dell’andata. Secondo me è stata sbagliata in tutto: nel risultato, nell’approccio, nella reazione al momento di difficoltà. Domenica voglio vedere un’attenzione e una voglia di giocare a calcio diversa e questo sarà già un gran traguardo. Ciò che verrà dal punto di vista del risultato sarà una logica conseguenza ma all’andata ci hanno messo in grossissima difficoltà.
Merito solo del Chievo o ci sono anche vostre responsabilità?
No la colpa è nostra visto che è l’unica partita sbagliata in modo clamoroso. A questa età succede spesso perché le motivazioni sono fondamentali. All’andata i ragazzi hanno sentito troppo la partita perché negli anni precedenti il Chievo li ha sempre messi in grosse difficoltà e di conseguenza sono partiti già battuti senza credere nelle loro qualità.
Una sfida di vertice che nel caso di vittoria porrebbe i biancorossi come principale antagonista del Padova per il primo posto.
Certo la posizione di classifica fa piacere ma non la guardo nell’ottica del puntare alla vittoria del campionato, preferisco cercare di far crescere in egual modo tutti i ragazzi che ho in rosa. Spero che arrivino tutti in prima squadra anche se la strada è ancora molto lunga e piena di ostacoli. L’idea di fondo è preparare questi ragazzi ad affrontare situazioni sempre più ostiche così che arrivino pronti al salto di categoria. Per farlo devo puntare al miglioramento individuale sia tattico che tecnico di ogni ragazzo, i risultati verranno da sé. Sono dell’idea che 9 volte su 10 una buona prestazione è coronata da un risultato positivo. In quei rari casi che non si è riusciti a fare risultato pur producendo buon gioco ho sempre fatto i complimenti ai miei ragazzi per aver dato tutto. Per me vige l’assioma: prestazione uguale risultato.