A ritirare il Cangrande d’Oro ieri sera è stato suo cugino Piergiulio Morosini, che gli ha dedicato poche frasi, commosso: “E’ sempre stato molto schivo, viveva nel suo mondo, non apparendo mai. E se n’è andato da persona semplice e generosa qual è sempre stato”. Alla premiazione ha partecipato il sindaco di Verona Flavio Tosi: “Di Morosini si è parlato molto per le sue vicende personali, per come è stato vicino alla famiglia nonostante le difficoltà enormi, per come ha vissuto da sportivo, per come si è fatto voler bene – le sue parole, riportate dal Corriere del Veneto – Se c’è un premio allo sportivo e all’uomo, credo che lui incarni l’esempio ideale”. Il primo cittadino veronese ha poi ribadito la sua condanna ai ventuno tifosi che hanno insultato Morosini a Livorno, identificati dalla Digos pochi giorni fa: “Se adesso quei tifosi sono stati individuati, lo ribadisco, la cosa più bella sarebbe che si scusassero, perché ciò metterebbe la parola fine a quell’episodio e recupererebbe, in parte, un’offesa gravissima – ha continuato Tosi -. Auspico che lo facciano pubblicamente, prima di tutto nei confronti della famiglia Morosini: sarebbe un gesto bello e, da uomini, nei confronti della città e di loro stessi”.
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