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Mister Beghetto, dopo 16 giornate il suo Vicenza si ritrova in nona posizione con 16 punti conquistati grazie a 3 vittorie e 7 pareggi. E’ soddisfatto fino a questo momento dell’andamento della sua squadra?
Direi di sì, quest’anno essendo stati inseriti in un altro girone rispetto agli anni scorsi è un po’ tutto nuovo, dalle squadre alle trasferte. E’ un po’ più difficile ma allo stesso tempo più entusiasmante perché sono nuove esperienze. La squadra si sta ritagliando uno spazio che definirei dignitoso anche perché in realtà la classifica lascia un po’ il tempo che trova. I punti conquistati non sono l’aspetto determinante perché a noi interessa molto di più la crescita dei giocatori. In rosa abbiamo tanti ’95 quindi l’occhio di riguardo è per la loro crescita. Questo gruppo proviene da quello degli allievi della passata stagione ed è rimasto praticamente intatto: se in 12/13 hanno fatto il salto di categoria vuol dire che negli anni passati si è lavorato bene.

Una visione proiettata verso il futuro quindi?
Sì, il nostro progetto va avanti da diversi anni. Come società non possiamo permetterci di competere con realtà completamente diverse come Inter, Roma, Milan o Juventus, tutte squadre che, anche a questi livelli, se hanno bisogno di un giocatore lo vanno ad acquistare anche a caro prezzo. La nostra programmazione avanza a giusti passi, consapevoli che non possiamo fare spese folli e quindi dobbiamo creare in casa ciò di cui abbiamo bisogno. I risultati poi si vedono perché anche quest’anno diversi giocatori che erano con me l’anno scorso ora giocano in Lega Pro. Un altro, Cavion, ha già esordito in serie B proprio con il Vicenza. Insomma, nella nostra dimensione stiamo creando qualcosa di importante. La cosa fondamentale è continuare a lavorare nelle categorie minori perché così facendo si riesce a portare avanti un gruppo che poi arriverà nella primavera già compatto e pronto senza dover cercare giocatori altrove.

Tornando all’aspetto meramente pratico salta all’occhio come il vero problema sia il reparto offensivo: in 16 partite siete andati in gol 13 volte. Solo il Verona, nel girone B, ha fatto peggio nei tre raggruppamenti.
Sì è vero, abbiamo fatto più fatica del solito. In realtà creiamo diverse palle gol ma dobbiamo essere più cinici sotto porta. E’ senza dubbio l’aspetto sul quale dobbiamo migliorare.

La riammissione in serie B della prima squadra è risultata fondamentale. Così facendo però voi siete stati inseriti nel girone che inizialmente avrebbe dovuto essere del Lecce. Nel gruppo C dovete affrontare diverse trasferte nel sud Italia.
Sì, le trasferte sono pesanti. La maggior parte dei ragazzi va ancora a scuola quindi sopportano sacrifici non indifferenti. E’ logico poi avere un calo fisico durante l’anno anche perché non siamo ai livelli delle big che magari hanno scuole private che agevolano un po’ i compiti dei ragazzi. Però la viviamo con entusiasmo, abbiamo la possibilità di stare insieme già dal venerdì come raramente ci accadeva e così sicuramente cresciamo come gruppo.

Quello stesso gruppo che però ha visto gran poco Cavion ed El Hasni…
Nella prima parte della stagione hanno fatto molto bene con me. Sono felice per loro che poi siano passati con la prima squadra, in particolare per Cavion che ha avuto la possibilità di esordire, e che ora entrambi siano in pianta stabile con i “grandi”. Diciamo che abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati con 5/6 mesi di anticipo. Il nostro percorso è questo: crescere ragazzi che poi arrivino in prima squadra, ovviamente meglio se al Vicenza. Magari l’anno prossimo sarà la volta dei ’95 andare a giocare in qualche campionato dove i punti contano veramente.

Non ci farà certo i nomi, ma ritiene che nel suo gruppo ci possa essere qualcun altro destinato ad entrare nell’orbita della prima squadra?
Oltre alle indicazioni tecnico-tattiche cerchiamo di dare a questi ragazzi una formazione a livello caratteriale. Siamo ancora a cavallo tra il gioco che può diventare una professione. Noi cerchiamo di trasmettere questo messaggio. E’ logico che tra questi ragazzi tutti vorrebbero arrivare in alto e lo dimostrano quotidianamente con il loro lavoro. Se la crescita è quella che ho visto fino adesso e riescono a continuare con questa progressione, molto probabilmente l’anno prossimo qualcuno, non dico che potrà salire in prima squadra del Vicenza, però sicuramente in altre squadre di Lega Pro.

L’anno scorso avete disputato un buon Torneo di Viareggio e l’eliminazione è arrivata solamente ai calci di rigore contro quella Juventus che poi avrebbe vinto la manifestazione. E’ dispiaciuto di non poter disputare la Coppa Carnevale anche quest’anno?
E’ un torneo che ti fa crescere tantissimo perché c’è la possibilità di confrontarsi con squadre di altissimo livello e ti dà lo stimolo e la concentrazione per non sbagliare. E’ naturale quindi che i giorni successivi si paghino però il margine di crescita è veramente importante. Quest’anno ne sentiremo la mancanza ma la accettiamo consapevoli che c’è comunque un campionato dove i ragazzi si possono mettere in luce

In vetta al campionato ci sono Napoli (36 punti) e Catania (35), inseguite da Lazio (31), Roma (30) e Palermo (29): tutte squadre di un’altra dimensione?
Sono formazioni fatte per crescere ma non solo per quello. La risonanza delle rispettive società non gli permette di fare un campionato anonimo. Giocano ovviamente per vincere e verso la fine del campionato si noteranno ancor di più le differenze tra squadre che puntano al successo e altre, come noi, che puntano a crescere. Noi in questa stagione abbiamo sbagliato qualche partita altrimenti anche con queste squadrone avremmo sempre fatto la nostra figura.

L’anno scorso è subentrato a Gigi Cagni sulla panchina della prima squadra ma la sua avventura non ha sortito gli effetti sperati. E’ pentito della scelta fatta?
C’è il dispiacere per come è andata a finire ma sono contento della decisione presa. Il bagaglio e le esperienze che mi hanno dato quelle situazioni negative mi serviranno in futuro.

Anche quest’anno però per la prima squadra la situazione è critica, e si è appena cambiato guida tecnica…
Mi dispiace molto per Breda. Non ci parlavo ogni giorno ma spesso vedevo come lavorava e secondo me lo faceva bene. Non è un allenatore preparato ma preparatissimo. E dispiace ancor di più sotto il profilo umano vista la persona squisita. E’ logico che quando si presentano queste situazioni si va alla ricerca di quali siano i motivi ma non è sempre semplice individuarne uno solamente. L’augurio è che il Vicenza possa mantenere la categoria perché è vitale.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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