La premessa è che Roberto Baggio non ha mai parlato con Masolo delegando al suo procuratore Vittorio Petrone la definizione di un accordo che di fatto non è mai stato trovato. Primo perché Roberto Baggio è tuttora presidente del settore tecnico della Federcalcio e avrebbe prima di tutto dovuto liberarsi, poi perché le richieste del fuoriclasse di Caldogno erano assolutamente fuori portata per una società le cui casse sono notoriamente vuote da tempo. Quasi 600 mila euro lordi per Baggio e lo staff per il girone di ritorno, ed un premio salvezza che da un milione e mezzo netto (3 milioni lordi) pare fosse stato ridotto a un milione, un milione e duecento mila euro netti (circa 2 milioni lordi). Un’operazione quindi da circa 2 milioni e 600 mila euro lordi che è assolutamente fuori portata per il Vicenza di oggi la cui situazione debitoria non è certo leggera. E non si creda all’urlo “falsità” con cui ha commentato la cosa Masolo che pochi minuti dopo, a microfoni spenti, ha invece ammesso che in effetti i costi sarebbero stati più o meno quelli. Sul fatto che i soldi fossero un’enormità e che non si sa chi li avrebbe tirati fuori nessuna risposta. La vicenda Cagni non ha evidentemente insegnato nulla, ancora una volta il presidente Masolo aveva messo sul tavolo un contratto che il Vicenza non avrebbe mai potuto pagare.
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