Dei cinque punti della cosiddetta “agenda Masolo” abbiamo già scritto, adesso alla vigilia del consiglio di amministrazione che deciderà a riguardo ci permettiamo qualche considerazione. Massimo Masolo è diventato presidente del Vicenza calcio di fatto per favorire quella che all’epoca chiamammo “la fuga di Cassingena” e i fatti ci hanno dato tristemente ragione. Del suo mandato, della forza delle idee (quali?) più volte sbandierate, e di un nuovo corso stiamo ancora cercando le tracce.
La realtà ci ha presentato il solito Vicenza alle prese con scadenze debitorie sempre più pressanti, il solito mercato di riparazione di gennaio senza un euro da spendere e con la squadra scivolata in zona retrocessione. Qualcuno trova qualcosa di diverso da sempre? La realtà è che il presidente Masolo non ha portato niente di nuovo, in chiara continuità con la gestione precedente. Aveva promesso ai tifosi sincerità e chiarezza, ma invece probabilmente si è dimenticato (o non ha avuto tempo di farlo) di spiegare che chi gli aveva stretto la mano, garantendo i fondi per la gestione della stagione in corso, non ha mantenuto la parola data, affidando al solito Cristallini il compito di portare in cassa almeno tre milioni e mezzo per garantire almeno gli stipendi ai calciatori e ai dipendenti.
Altri soldi non ce ne sono, e Masolo si è anche dimenticato di comunicare e spiegare ai tifosi il mancato pagamento dell’IVA e delle conseguenze a cui potrebbe andare incontro il Vicenza calcio. Niente di niente. Ha trovato il tempo però il presidente Masolo di presentare al consiglio di amministrazione cinque punti che il cda dovrà accettare pena le sue dimissioni. Diciamo pure che alcune questioni, sia per i tempi, sia per come sono state presentate lasciano letteralmente esterrefatti. Contattare una “carovana” di possibili successori di mister Breda senza che il tecnico trevigiano sia stato ancora esonerato, sparlarne pubblicamente, equivale mancare di rispetto all’uomo prima ancora che all’allenatore. Farlo poi senza che nessuno del consiglio ne sia al corrente è ancora più grave anche perché, particolare non da poco, Masolo di soldi di tasca sua non ne tirerà fuori.
Sorvoliamo sui continui cambi di idee e opinioni espressi pubblicamente a stampa e tifosi, e tralasciamo l’invito, assolutamente fuori luogo, a chiarire le intenzioni e a sbrigarsi fatto a Rino Dalle Rive che sta, come tutti sanno, cercando di acquisire la maggioranza del Vicenza. Quello che invece vogliamo sottolineare è che siamo di fronte ad un presidente che non ha quote societarie, per sua ammissione non mette soldi, ma chiede di poter avere carta bianca in tutte le operazioni che riguardano la società di via Schio. Può esistere una tale situazioni in una società professionistica seria? No, è questa è la risposta della stragrande maggioranza dei tifosi biancorossi, delusi, amareggiati ed increduli di fronte all’ennesima scioccante puntata della disastrosa gestione delle vicende della squadra del cuore.
Ma c’è dell’altro. Da indiscrezioni vicine al presidente Masolo si è appreso che il massimo dirigente di via Schio vorrebbe fare quasi marcia indietro, se non in tutto almeno in parte, perché la realtà è che non vorrebbe lasciare la presidenza di via Schio anche nel caso che il consiglio di amministrazione bocci le sue condizioni. E qui, proprio non ci stiamo. Se, e sottolineiamo se, passasse lo “scusate, ma abbiamo scherzato”, potremmo senza dubbio parlare di autentica farsa. I fatti accaduti impongono che il cda previsto per domani prenda una decisione chiara e definitiva per dare un minimo di solidità e compattezza ad una società che adesso è divisa, spaccata in due, o tre schieramenti.
Un grande presidente del recente passato ha sempre sostenuto che per centrare risultati positivi tutte le componenti più importanti (società, squadra e tifoseria) devono essere forti e remare tutte dalla stessa parte. Quanto succede in campo è sotto gli occhi di tutti, la tifoseria è delusa, rassegnata alle sconfitte in serie, ammutolita da lunghi anni di delusioni ed amarezze. Un quadro desolante in cui è tempo che la società si prenda le proprie responsabilità di un’infinità di errori commessi in questi anni senza andare a scaricarli sugli altri. Perché, ci ripetiamo, per ottenere qualche risultato decente c’è bisogno di una società che abbia almeno una parvenza di serietà.
E a Vicenza, dopo le esternazioni del presidente Masolo, non si può più andare avanti senza fare chiarezza una volta per tutte, senza una decisione condivisa. Per cui o passano le “cinque condizioni dell’agenda Masolo”, oppure l’attuale presidente deve uscire dal Vicenza. Qualsiasi altra soluzione di comodo, qualsiasi altro compromesso scriverebbe un’altra pagina tristissima della gloriosa storia del Vicenza calcio che per tutti noi tifosi biancorossi rappresenta una fede, un patrimonio che questa società ci sta pian piano portando via