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e un grazie di cuore per la presenza costante della vostra apprezzata e seguitissima testata giornalistica online, cuore pulsante dell’informazione sportiva vicentina.
Vorrei, se possibile, dire anch’io la mia sulla triste situazione che sta accompagnando il declino e forse la fine del nostro Vicenza. Mancava solo questa pagina allucinante nel libro della storia biancorossa: diciannove punti come misero bottino del girone d’andata, un gruppo di giocatori che avrebbero bisogno dell’analista più che del preparatore atletico, un allenatore sfiduciato e un Presidente senza portafoglio che sclera di brutto.
Una volta, anche nei periodi più bui della storia biancorossa, i panni sporchi si lavavano in casa. Adesso ogni posto è buono per lasciarsi andare a sceneggiate degne del miglior Mario Merola, con tanto di “o’ malamente”.
Povero mister Breda, non si meritava certo di essere trattato così.
Se nessuno si sente più di rappresentare nemmeno gratis questa società, può tranquillamente andarsene. Propongo il nome di Daniele Carrubba di Gela come Presidente Onorario, uno che di amore e di dedizione per questa squadra ne ha da vendere anche a noi vicentini!
Ma forse è più comodo starsene nascosti, ad aspettare di sbarazzarsi di questo fardello ingombrante, che, spolpato di tutte le sue sostanze, non interessa più a nessuno.
Questa situazione grottesca ha innescato un sistema di rabbia inespressa a circuito chiuso, che sta divorando il patrimonio più prezioso del Vicenza calcio, vanto e orgoglio della sua storia ultracentenaria: il sostegno dei suoi straordinari tifosi. 5000 abbonati e il numero di spettatori che ogni sabato diventa sempre più esiguo, con il settore distinti quasi interamente deserto e la curva sud con ampi spazi lasciati desolatamente vuoti.
5000 abbonati e solo 400 persone che aderiscono al fantastico progetto della Nobile Provinciale, unica certezza nell’oceano di chiacchiere e di sterili bla bla.
Che orrore leggere, nelle didascalie degli SMS inviati ai programmi sportivi veronesi, che diversi abitanti della Valle del Chiampo e della zona di Arzignano ora tifano Hellas, mentre in quelli inviati nelle trasmissioni sportive padovane che più di qualcuno della zona di confine parteggia ora per Padova o Cittadella. Abbiamo perso il bacino d’utenza storico di reclutamento dei giovanissimi calciatori nostrani, ora i pulmini di Cittadella, Verona e Padova si spingono sempre più all’interno della nostra provincia per rimpolpare i loro vivai.
Anche questo è l’effetto Cassingena, signore e signori. Adesso il tempo delle chiacchiere è finito, servono i fatti. E che amarezza leggere sul più famoso dei social forum che le critiche più violente e gli insulti peggiori a dirigenza e giocatori provengono proprio da chi l’amato stadio Menti non lo frequenta più da anni e anni.
Lasciatemelo dire, la guerra si combatte in trincea, non dietro lo schermo di un computer! A nessuno piace andare allo stadio e assistere a una sconfitta con il Lanciano… tanto per capirci.
Troppo facile seguire il Lane quando le cose vanno bene, dire io c’ero alla finale di Coppa Italia o alla semifinale di Coppa delle Coppe con il Chelsea!
Dobbiamo, purtroppo, scrollarci di dosso i sogni di gloria e rispolverare lo spirito che ci ha portato a essere in settemila allo spareggio di Ferrara, quando lo spettro della retrocessione in C2 era più una certezza che una possibilità!.
Ritengo che a questo punto l’unica cosa sensata da fare sia quella di darsi appuntamento quanto prima nel luogo di massima visibilità della città, ovvero Piazza dei Signori, ombelico mediatico grazie alla mostra “Da Raffaello a Picasso”.
Troviamoci tutti là, con le nostre bandiere e i nostri striscioni, a manifestare con una civile, corretta ma decisa protesta la situazione in cui versa il glorioso Vicenza Calcio 1902.
Ricordiamoci che il Vicenza è di tutti noi: presidenti, dirigenti, calciatori e allenatori prima o poi se ne vanno e resteremo solo noi a sguazzare attorno al relitto della nave colata a picco. Per carità, ci sono cose più importanti del calcio, ma le città e le persone si identificano anche attraverso un valore di storia sportiva, tutti perdiamo qualcosa se va distrutto!
Personalmente non potrei mai perdonarmi, nel malaugurato caso di fallimento e di caduta libera nel calcio che non conta nulla, di non aver almeno tentato di fare qualcosa.
Anna Belloni