Martinelli 5: soffre Okaka al 9’ e poi ancora al 13’ quando lo Spezia sfiora il gol. Ha l’occasione per dimezzare il gap ma si inventa una cervellotica rovesciata, che alza sulla traversa. Si riscatta con un bello stacco di testa che vale il 2 a1. Ma in generale non ci siamo.
Di Matteo 5,5: soffre Piccini e Bovo che raddoppiano sulla sua fascia e lo mettono in mezzo. Davanti non spinge. Vero è che i due gol liguri vengono dalla parte opposta alla sua.
Padalino 5: tanta quantità ma poca qualità. Tocca una marea di palloni, ma non trova mai l’affondo giusto e alla lunga finisce il carburante e chiude la gara in modo piuttosto anonimo, senza mai impensierire la retroguardia avversaria con le sue incursioni.
Giandonato 6: va a cercarsi l’ammonizione al 37’. Per il resto funziona a corrente alternata. Qualche buon recupero, qualche suggerimento misurato, ma anche pause e distrazioni che gli fanno fare un passo indietro rispetto al recente passato. Una sufficienza stiracchiatissima.
Castiglia 5,5: come al solito ci mette il cuore, ma si vede poco nel vivo del gioco. Cerca qualche incursione per scardinare la saracinesca degli ospiti, ma gli manca ogni volta l’azione vincente. Anche per lui una gara in grigio.
Semioli 5: sulla sua corsia non riesce a fare la differenza e a mettere in difficoltà gli gli esterni opposti. Cerca infatti ripetutamente l’uno contro uno senza riuscire a creare la superiorità numerica. Il terzo gol spezzino arriva col suo contributo.
Giacomelli 6: merita il voto soltanto perché si spende con ostinazione e continuità. E’ il solo che alla fine mette in archivio qualche giocata che impensierisce Iacobucci e compagni. Becca un sacco di botte, combatte come un leone. Ma il gol non è proprio il suo ferro del mestiere.
Pinardi 5,5: distribuisce un po’ di palloni intelligenti, ma predica nel deserto, perché l’attacco del Vicenza è tutto sulla carta e non in campo. Cerca anche il tiro, ma senza precisione. Esce ad inizio secondo tempo, quando serve dare peso alla chimera del pareggio.
Lazko 5: non è ancora al top della condizione e lo si vede quando al l’80’ Piccini lo brucia in progressione. Ma era prevedibile.
Plasmati 5: la sua stazza cambia un po’ le carte in tavola, ma il bomber ha un paio di palloni sporchi che potrebbe sfruttare in extremis, ma non ha la reattività necessaria per la zampata del 3-3.
Malonga 6: si procura il rigore, che poi batte personalmente e segna.
Breda 5: quando la squadra inanella certi risultati il mister non può esserne estraneo. Punta anche stavolta sui piccoletti ma la chiave non è quella giusta. Quando inserisce centimetri con Plasmati va un po’ meglio, ma ormai la frittata è fatta e il suo Vicenza sfodera solo coraggio, senza cervello e con meno gambe degli avversari. E la rimonta non arriva.