La realtà, però, è altra cosa e sul campo la partita è finita 3-3. Una partita tutta in salita per il Vicenza, che sembrava anche aver iniziato con il piglio giusto (biancorossa la prima azione pericolosa), ma che presto si è trovato in balia di un Livorno che dopo 17 minuti ha rischiato di mettere in congelatore la partita, non fosse stato per il decisivo intervento di Pinsoglio su Paulinho. E lì più di qualcuno era pronto a mettere sulla graticola mister Breda, in primis per la scelta di schierare Giacomelli come punta centrale al posto di Plasmati. Nel calcio, però, è il campo (arbitro a parte) l’unico giudice e sabato ha detto che Breda ha avuto ragione. Con un appunto, doveroso. Non ci siamo trovati di fronte ad un’improvvisa illuminazione sulla via di Damasco (o se preferite lungo il tragitto che dall’albergo porta al Menti). La scelta di Breda è figlia di un’idea di gioco nata sulla scia di una preparazione attenta della gara (difesa a tre dei toscani lenta) e di una settimana di allenamenti, movimenti provati e riprovati.
Insomma, un allenatore che può anche sbagliare ma che sicuramente non improvvisa e che sta provando, sin dal ritiro, a dare un’identità a questa squadra che ha però il grande difetto di funzionare, come le luci natalizie, un po’ troppo ad intermittenza. Ed è su questo aspetto che Breda deve lavorare, affinché prestazioni come quella di Vercelli restino un lontano ricordo. Oliando magari anche qualche meccanismo, non proprio perfetto, soprattutto sulle palle da fermo.
Dei tre gol subiti sabato, di fatto, l’errore di squadra c’è solamente in occasione dell’1-0, quando i biancorossi sono poco attenti sul corner di Siligardi e nessuno si va a prendere Luci, pur sapendo che si trattava di uno schema. Per il resto, il 3-2 è frutto di un gran tiro dalla distanza di Belingheri (con la palla che resta lì dopo che due volte la barriera aveva ribattuto i precedenti tentativi di Paulinho), mentre il 3-3 nasce da un errore del singolo.
A ben guardare, forse, c’è stato un leggero calo di concentrazione sul 3-1, che però ha avuto come conseguenza un solo vero pericolo quando Siligardi, tutto solo davanti a Pinsoglio, ha calciato fuori. Nelle altre occasioni avute, infatti, il Livorno c’ha messo molto del suo (vedi la traversa del solito Siligardi) e ai biancorossi non si può imputare granché. E qui tornano i meriti degli avverari che, giustamente, devono essere riconosciuti, ma che nulla tolgono all’ottima prestazione del Vicenza.
Adesso però viene il difficile, perché bisogna dare continuità. Certo il tutto si complica perché si va a far visita ad una delle squadre più in forma del campionato (7 vittorie nelle ultime 9 giornate), con l’aggravante di una lista degli indisponibili sempre più lunga. Tra infortuni e squalifiche, infatti, a Empoli mancheranno probabilmente otto giocatori (Rigoni, Gavazzi, Laczko, Gentili, Malonga, Pinardi, Padalino e Giandonato): aspetto, questo, che Breda non ha mai sottolineato né tantomeno ha preso come alibi. Lo sottolineiamo noi, per l’ennesima volta, sperando che gli irrudicibili del “Breda, cambiaaa…” prima o poi riescano a farsene una ragione. E magari tornino ad urlare un più semplice e genuino “Forsa Vicensa”…
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