Più che ad un nuovo stadio, Variati e la sua amministrazione pensano ad una vera e propria cittadella dello sport e degli eventi. “Uno stadio arena – ha proseguito il sindaco – che dia alla città la possibilità di godere di una struttura non solo per vedere calcio, ma anche per assistere ad altri sport, per ascoltare un concerto. Chi lo costruisce? Di sicuro non il Comune, che come detto non ha soldi, ma un privato disposto a realizzare l’opera in cambio di compensazioni. L’area è già stata da tempo individuata a Vicenza est, il privato farebbe una sorta di donazione alla città in cambio di un ritorno in volumetria. Un preaccordo di massima esiste già, ora c’è da trovare l’accordo fra tutti gli attori, e sono tanti, che si andrebbero a coinvolgere nel progetto”.
Alle riserve di Ancetti su una cittadella degli spettacoli da realizzare in una città come Vicenza, attualmente priva delle infrastrutture necessarie ad accoglierla, la replica del sindaco arriva immediata: “Vicenza non deve diventare la capitale del rock, ma non dobbiamo nemmeno ragionare senza ambizione. Bisogna avere il coraggio di andare incontro alle sfide, in uno stadio si può fare anche l’opera lirica. Prendiamo l’esempio del Teatro cittadino e alle sue 210 serate con il pieno di pubblico, cosa impensabile prima della sua inaugurazione. Con la Rua questa amministrazione ha portato 10000 persone in piazza, una struttura innovativa e architettonicamente bella può fare molto, soprattutto se si ragiona dividendo i settori di interesse. Mentre al Menti siamo destinati a continuare con la nostra brava partitina di calcio e stop”.
E’ toccato a Gervasutti tastare il terreno dell’alternativa, demolizione e successiva ricostruzione del Menti nella sede attuale. “No – ha escluso il primo cittadino – finanziariamente non sta in piedi, c’è bisogno di ben altre volumetrie per le compensazioni ai privati. Il Menti al massimo potrebbe essere conservato in parte, con una struttura museale, perché un realtà è un monumento, ma noi dobbiamo guardare il futuro”.
Un futuro da discutere con quale interlocutore? “Non con il club – ha continuato Variati – ma una società di imprenditori disponibile alla costruzione del nuovo impianto, che dovrebbe poi essere girato al Vicenza quasi in donazione. Una società di calcio moderna deve avere nel suo patrimonio lo stadio, in questo caso arriverebbe calato dall’alto. Questo è un passaggio molto importante del progetto complessivo e qui gioca il mio ruolo: quello di veicolare la grande passione calcistica esistente negli imprenditori vicentini nella costruzione di una nuova struttura sportiva da donare alla società Vicenza calcio. Chi sta trattando le quote di maggioranza e dovesse entrare nel club di via Schio deve comprenderlo bene, essere consapevole dell’eventuale opportunità che gli si presenterebbe davanti”.
Ma qual è l’interesse di una società come Vicenza futura (proprietaria dell’area dove si realizzerebbe il nuovo stadio) nella donazione di una struttura da 30 mln di euro, è l’interrogativo generale. “Questi imprenditori – ha replicato Variati – guardano alle compensazioni, alle volumetrie di ritorno, il loro interesse è lì, non nel mantenere un impianto sportivo come quello che si andrebbe a realizzare. Il Comune ha lo stesso disinteresse per la gestione della struttura, che deve andare ad una società interessata a gestirla e a pagarne i costi di manutenzione. Presupposto che fino ad oggi non c’è stato. Io ho due dati di fatto su cui basarmi: da un lato la necessità di costruire la cittadella universitaria, dall’altra quella di realizzare il nuovo stadio prima che il vecchio Menti cada in pezzi. Intorno a questo la mia amministrazione deve far quadrare il cerchio. Compensazioni per i privati, una città contenta di un nuovo spazio per l’università del futuro, una nuova proprietà della società che con amore e passione raccolga l’eredità di un glorioso passato e che sia in grado di meritare questa grande opportunità, sarebbero tutti contenti. Certo, l’operazione non può essere fatta solo dal Comune, il presupposto di base sarà l’eventuale firma di un accordo di programma con Provincia di Vicenza e Regione Veneto”.
In quanto tempo potrebbe essere realizzato il progetto? “Con la firma dell’accordo – l’assicurazione di Variati – ci sarebbe una immediata valenza urbanistica. L’accordo in sé si può firmare in sei-sette mesi, per la costruzione ci vorrebbero 2-3 anni. Volendo ce la si può fare, ma ovviamente non dipende tutto da me. Se la cordata che vuole acquistare si rivolgesse a me e mi chiedesse se voglio fare questa operazione risponderei di sì con entusiasmo. E’ il motivo che mi spinge a seguire la cessione societaria in prima persona, per il semplice fatto che ho molta paura per il futuro del club, quando i debiti ti sovrastano possono succedere brutte cose e io ho brutti segnali in tal senso”.
Vicenza Futura ha già dato la disponibilità alla donazione della nuova cittadella dello sport al Vicenza calcio? “E’ prematuro parlare di questi dettagli – ha proseguito il sindaco – tanto più che il progetto stadio deve essere un po’ rivisto, perché non è quello che voglio. Ma l’operazione ha un senso, lo ribadisco, se tutti hanno il loro interesse e sono in grado di riconoscerlo, se tutti i tasselli non si combinano non se ne fa niente. E allora ci ritroveremo con una città e una società biancorossa più povere e gli imprenditori di Vicenza Futura che non realizzeranno il loro progetto. Che è semplice, ma ci vogliono i soldi, ci devono mettere la loro collaborazione anche le banche con il credito, ecco perché serve del tempo. Quando si partirà, se si partirà, dovranno esserci tutti i particolari al loro posto. Se vedo possibili paletti in Regione? Non posso escluderlo, eventualemente accadrebbe per quei giochetti politici che personalmente mi fanno schifo”.
Il sospetto che si sia già entrati in campagna elettorale, con la tappa del Giro e il nuovo stadio, aleggia in studio attraverso gli sms degli spettatori. “Io sto solo tentando – taglia corto Variati – di far sì che Vicenza osi. Sto spingendo le grandissime potenzialità di questa città che troppo spesso tende a nascondersi. Capisco le perplessità sull’abbattimento del Menti, ma bisogna arrendersi all’evidenza che prima o poi si arriverà all’inagibilità di questa struttura storica, ma cadente. La costruzione del nuovo stadio non era un mio punto programmatico alle scorse elezioni? Le situazioni evolvono, potrebbe diventarlo nel prossimo mandato”.
Ha verificato la consistenza della cordata interessata all’acquisto delle quote di maggioranza di via Schio? – viene chiesto in studio. “Non spetta a me – ha concluso il primo cittadino – non devo fare mediatore, il mio mestiere è dare un polo della meccatronica alla città e un futuro alla squadra biancorossa, che rappresenta un passato glorioso ed è seguita con entusiasmo da tanta gente. Nel contempo devo dire che sono anche molto sereno, io ci proverò con tutte le forze, se non riuscirò a far capire l’importanza del progetto a tutte le parti interessate vorrà dire che a Vicenza est rimarrà un terreno buono per farci un campo di patate. Chiunque voglia comprare il Vicenza per il bene del Vicenza deve ovviamente ragionare senza guardare al nuovo stadio. Ma se mai l’operazione dovesse avere l’opportunità di andare in porto, ricapitalizzando di fatto in maniera determinante la società, la storia del club potrebbe girare completamente. A me piace gettare il cuore oltre l’ostacolo, con molta razionalità voglio semplicemente provare a creare un cambiamento positivo per la città di Vicenza”.