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Per il dopo Biato ecco De Bernardin: “Un sogno che diventa realtà”

Da 16 Luglio 2012 - 18:32Non Ci Sono Commenti3 min leggere

Con i veronesi, da marzo di quest’anno e fino al termine del campionato, concluso con la retrocessione in serie D, è stato chiamato a svolgere il ruolo di “traghettatore” nella panchina della prima squadra, dopo gli esoneri di Carnovelli e Gobbo.

Una reputazione di tutto rispetto, si diceva. Quella che ha giocato un ruolo determinante per l’approdo in biancorosso.

“Devo dire che si sono incastrate alcune situazioni, prima fra tutte l’addio dell’eccellente Enzo Biato, andato meritatamente ad allenare in serie A. Si è aperta la necessità di rimpiazzarlo e le buone referenze di cui fortunatamente godo sono arrivate all’orecchio del dt Paolo Cristallini. C’è stato un primo contatto, da cui siamo arrivati piuttosto velocemente ad un accordo, combinando le esigenze societarie con le mie. Per me allenare il Vicenza, da vicentino, è semplicemente un sogno. Oggi ho svolto la prima seduta al Menti, ancora non ci credo”.

Il primo impatto con Breda?

“Ottimo, del mister ho notato subito soprattutto la chiarezza e la correttezza nel modo di porsi. E’ una persona molto diretta, così come il dt Paolo Cristallini. Sono entrambi molto disponibili al confronto, dote che personalmente apprezzo tanto”.

Con la Sambo ha chiuso da allenatore della prima squadra. Che esperienza è stata?

“Sicuramente difficile. Un conto è gestire un gruppo ristretto di tre o quattro estremi difensori, altro è avere in mano l’intera rosa. Per quanto mi reputi una persona discretamente portata alla gestione delle risorse umane, non è stato semplice. Ma ho ricevuto enormi gratificazioni dai giocatori, che pur al termine di un’annata sfortunata mi hanno ringraziato per come ho operato da allenatore. Insomma, un’esperienza senza dubbio utile ad arricchire il mio bagaglio personale”.

Addestrare i portieri è però da sempre (da quando aveva 18 anni, ndr) il suo mestiere, ora può tornare a farlo…

“Sì, credo che nel calcio moderno la specializzazione sia fondamentale. Per questo, abbandonato relativamente presto il calcio giocato, mi sono formato per diventare un buon istruttore di numeri uno. Ora ho una grandissima chance a disposizione. Non so ancora in quale categoria, ma è davvero l’ultimo dei miei problemi. Lo ripeto, allenare a Vicenza è un sogno che diventa realtà”.

Conosceva i portieri biancorossi?

“Cappa non moltissimo, mentre avevo a suo tempo visto all’opera Pinsoglio nei Viareggio vinti con la Juve. Ma sto divorando video su video in internet per aggiornarmi e inquadrarli al meglio entrambi e affrontare il ritiro con una buona base di conoscenza”.   

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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