“Il direttivo di “Noi Lecce” si sta fattivamente attivando per salvaguardare il bene comune rappresentato dalla squadra di calcio della nostra città ed ha già avviato una serie di contatti con il mondo imprenditoriale locale per presentare al club di via Templari una proposta di passaggio del pacchetto di maggioranza credibile e concreta. L’associazione, infatti, considerate le posizioni espresse dal presidente del sodalizio giallorosso, seguirà gli sviluppi della vicenda con la massima attenzione per scongiurare il rischio che il calcio a Lecce scompaia.
L’impegno è oneroso e di non certo facile gestione, ma l’amore per i colori di questa maglia rappresenta un obbligo per quanti hanno a cuore il futuro della squadra. Giovanni Semeraro ha ribadito di essere stanco. La ventilata ipotesi di una nuova gestione del figlio è stata definita un’ipotesi impraticabile, un’invenzione giornalistica, con la sua famiglia che non può più garantire la gestione di una squadra di calcio professionistica. Rispetto alla discesa in campo nell’ormai lontano 1994 troppe cose sono cambiate nel mondo del pallone, in primis la famigerata legge Bosman che ha visto i presidenti e, di conseguenza, i club esser privati di una cospicua quota di capitale sotto la voce calciatori, ormai liberi di scegliersi il proprio futuro e definiti dal patron: “i più protetti in assoluto tra i lavoratori”.
Sul presunto benservito dato a numerosi collaboratori Semeraro ha tenuto a precisare come non ci sia possibilità di licenziamento, ma il paterno consiglio di guardarsi attorno in vista del disimpegno della famiglia dall’U.S. Lecce e l’impossibilità di garantire loro un futuro in caso di passaggio di consegne al timone della società. Dunque, se il Lecce giocherà il prossimo campionato di serie B, la società è praticamente venduta al gruppo Tesoro. Diversamente, il titolo sportivo sarà rimesso nelle mani del sindaco Paolo Perrone. E’ stato un irremovibile Giovanni Semeraro quello che ha accolto al primo piano di via Templari una delegazione di “Noi Lecce” ed i promotori della raccolta di firme promossa da Maria Francioso.
Il numero uno del club giallorosso ha ascoltato con grande attenzione le questioni intavolate dai tifosi ed i tanti dubbi legati alle sorti della squadra, ma con altrettanta fermezza ha sottolineato come il disimpegno suo e della sua famiglia resti una questione su cui non intende fare passi indietro. Il patron ha illustrato l’eventuale cambio di proprietà affermando che la trattativa con Savino Tesoro non sia definitivamente chiusa. In caso di permanenza del Lecce in B, la vendita del pacchetto di maggioranza sarebbe cosa fatta. Le titubanze che i Tesoro hanno avanzato sono relative ad una malaugurata retrocessione d’ufficio in Lega Pro. In quel caso, il passaggio del timone non avverrebbe più, nonostante Semeraro abbia ribadito l’intenzione di rimetterci economicamente pur di cedere la società.
Alla richiesta se fosse disposto ad essere affiancato da un gruppo di imprenditori locali, pronti ad una co-gestione dell’U.S. Lecce l’azionista di riferimento del sodalizio giallorosso ha risposto con un secco no. Tuttavia, se questa cordata si facesse avanti entro l’inizio del mese di agosto, sarebbe ben propenso a favorire tale soluzione piuttosto che cedere il Lecce calcio a “forestieri”. I tifosi presenti hanno quindi chiesto qualche certezza sull’immediato futuro, ma Giovanni Semeraro ha gelato i presenti affermando che nel peggiore degli scenari verrebbe meno anche l’ipotesi di autogestione, che gli adempimenti economici da affrontare fino al 30 giugno saranno a carico suo e dopo di che, se non avverrà alcuna novità e le decisioni della giustizia sportiva (previste almeno per la metà di luglio) dovessero sancire la retrocessione in serie inferiore, il titolo sportivo sarebbe consegnato al primo cittadino leccese.
Un’eventualità che Paolo Perrone cercherà di evitare nell’incontro fissata a Palazzo Carafa per lunedì”.
(fonte: www.noilecce.it