Dove invece Cagni rivela tutta la sua natura, è allorchè dichiara che non seguirà in ogni caso il Vicenza in C, in quanto non si ritiene allenatore da Terza Serie.
Dimenticando troppo in fretta di essere stato per lungo tempo un disoccupato di lusso (se era così bravo, come mai tutte le altre società di A e di B non si sono accoltellate per averlo?). Dimenticando la gratitudine, perché Vicenza gli ha offerto la possibilità di riciclarsi dopo ben tre anni dal’esonero subito a Parma (e se adesso troverà una panchina, lo dovrà anche alla visibilità che questa piazza gli ha offerto, togliendolo dall’anonimato). E soprattutto dimenticando che lui si è effettivamente dimostrato sul campo un allenatore da serie C.
Tralasciamo tutto ciò che è avvenuto in campionato, cioè la bellissima galoppata fino a Natale, il tracollo successivo (“Utente deluso” ed Enrico fanno finta di non ricordare che nelle partite speculari a Baldini il buon Gigi è riuscito nella non facile impresa di fare peggio della già terrificante striscia negativa del suo predessore. Lo dicono i numeri, mica quel prevenuto del Belloni. Stessi punti, con una gara interna in più e peggiore differenza reti).
Quanto al ritorno del figliol prodigo dopo la pessima parentesi Beghetto, lasciamo perdere, per carità cristiana. Dalle uniche due partite che contavano (ad Empoli e a Pescara) ha rimediato un bel punto in terra toscana e una Caporetto vergognosa alla corte di Zeman. Il resto è stata fuffa. Incontri con avversari già in vacanza, contro i quali si è anche rischiato di perdere (avete scordato il Modena al Menti, amici miei dalla memoria corta?).
Ma, come dicevo, tralasciamo tutto questo, su cui possiamo avere opinioni differenti. L’occasione per dimostrarsi allenatore da serie maggiori, il Fenomeno ce l’ha avuta nei play out, dove i bookmakers davano i biancorossi favoriti su un Empoli in flessione. Ebbene, tutti sanno com’è andata. In casa la squadra non è andata oltre lo 0-0 (salvata da Sant’Alberto da Mirano) e al Castellani ha perso 3-2 buttando al vento una chance storica.
E’ vero. Cagni non mi sta simpatico. Ma non è per nulla importante. L’unica cosa importante è il Vicenza. Se avesse salvato la mia squadra del cuore, sarei andato sotto casa sua vestito di sacco e col capo cosparso di cenere. L’avrei fatto volentieri! Invece il Lane è in serie C… E mi tocca leggere le sue dichiarazioni che ancora una volta scaricano sugli altri (giocatori, giornalisti, sfortuna) le responsabilità dell’accaduto.
Eh no, cari “Utente deluso” ed Enrico, troppo comodo far calcio in questo modo! D’altra parte, che le nostre idee non fossero quelle di un piccolo gruppo di astiosi e poco obiettivi critici, l’ha dimostrato in modo palese il referendum organizzato sulle pagine del massimo quotidiano della Provincia. Alla domanda se si ritenesse giusta la chiamata di Cagni al Vicenza, il 57% delle risposte è stata sì, mentre il 43% si è orientata in senso negativo. Quasi la metà del campione.
Tutti parenti e amici del dottor Gianni Ragazzi? Teniamo conto che il sondaggio è avvenuto prima della debacle nel doppio confronto con gli uomini di Aglietti. Fosse rifatto adesso, come si posizionerebbero i piatti della bilancia? Lascio la conclusione ai Cagniboys. Per quanto mi riguarda la questione appartiene già al passato. Ho scritto una monumentale storia del Vicenza Calcio, che forse molti lettori posseggono. Dovesse capitare di aggiornarla con gli ultimi 10 anni mancanti, certo non spenderei più di due righe per questo allenatore “da serie maggiori”.
Con buona pace dei suoi fedelissimi strombazzatori”.
Alberto Belloni