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«Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37)

Gentile redazione nella persona di AR,

al mio messaggio di sabato 9 giugno ho trovato un tuo ricamo a fondo pagina.
Trovo che pubblicare e aggiungere una polemica con la concorrenza non sia né ospitale né corretto. Mi facevi la cortesia di rispondermi in privato, invece di pubblicare per il gusto di farmi la morale.
Desideravo solo salutare i tifosi che ho conosciuto sui pullman e che transitano per il tuo sito.
Molti conosciuti quella notte hanno detto di ascoltarmi e ho scritto in calce il nome dell’emittente con cui collaboro per facilitare il contatto.
Non accetto il pregiudizio. Da giornalista tu mi insegni che per giudicare qualcuno bisogna conoscere qualcuno. Pretendo lo stesso. Sono un radiocronista che quest’anno segue fisicamente la squadra della mia città.
Credo che chiunque nei miei panni avrebbe accettato la Radio che da sempre segue le gesta del Vicenza Calcio. Da Gallio a Empoli passando per Isola Vicentina e al Menti sono consapevole delle delusioni della piazza, ma non mi permetto di fare valutazioni che non mi competono né ho mai invitato colleghi ad essere più appropriati.
La mia morale trae esempio da giornalisti di Tutto il Calcio. Per me preparare una partita e raccontarla è un’arte e come tale difficile, edificante.
Succede anche per alcuni cronisti di Mediaset e Sky con cui sono riuscito a collaborare.
Non ricordo di aver mai sentito Ciotti, Ameri, Delfino, Cucchi, Dotto, Caressa…, aprire una polemica con una società sportiva.
Se tu AR lo fai sii in pace con te stesso, ma capisci che sono due stili differenti.
Non accetto di essere pregiudicato a monte.
Puoi far valere le tue idee ma non parlando dei colleghi.
Lasciamo parlare gli interessati. Lasciamo che la gente si faccia la sua opinione. O forse nel 2012 condanniamo qualcuno perché la pensa diversamente?
Non mi sembra una grande prova di indipendenza in questo, vedo piuttosto la paura di perdere consensi.
Invito ad avere un briciolo di lealtà intellettuale verso le differenze.
Se andiamo avanti così, a una vegetariana verrà suggerito di lasciare il suo ragazzo perché ha trovato lavoro da McDonald ….
Le persone si stufano di avere qualcuno che ti dice quello che devi fare, che tu sia in terza categoria o in serie A.
AR, i tifosi hanno le loro ragioni, tu chi sei per dettare i tempi e la morale per gli altri?

Federico Pampanin
commentatore sportivo

Gentile Federico Pampanin nalla persona di Federico Pampanin,

scrivendo ad una redazione è normale considerare la possibilità di una replica.
Il mio “ricamo” conteneva una semplice considerazione legata alla coerenza, dote molto rara. 
Fare polemica, così come dare giudizi, non mi interessa. Ma adesso, tirato a cimento, non perdono e tocco.
Per un anno, lo ribadisco, tu e l’emittente per cui operi avete difeso a spada tratta la società di via Schio, parlando di Sergio Cassingena come di un salvatore (“Ci ha liberato dagli Inglesi”, “Senza di lui rischiavamo la fine di società come il Treviso o l’Ancona”) e arrivando talvolta a sparare sul pubblico vicentino, reo di contestare squadra e club.
Che lo faceste per onestà intellettuale o in quanto “a libro paga” dello stesso Vicenza Calcio è particolare affatto secondario e che, permettimi di dirtelo, dovrebbe spingerti a qualche riflessione prima di disquisire di autonomia o indipendenza, altrimenti rischi il ridicolo. 
Siccome sembri avere la memoria corta, nell’archivio della radio troverai certamente un esempio illuminante come quello della registrazione della tua paternale al tifo berico, quella del dopo Vicenza-Cittadella 1-4. Ti invito a riascoltarla.
Avevi, avevate un’opinione e l’avete esternata per l’intera stagione. Corrado Ferretto, Nicola Gobbo e Alberto Belloni con infinita maestria, il sottoscritto con la semplicità che gli è propria, ne abbiamo espressa e ne esprimiamo tuttora un’altra. Nel pieno rispetto delle differenze.
L’importante è non tentare tardivi voli da tacchino per passare dall’altra parte della barricata.

Con immutata stima

AR, Andrea Ragazzi (come ben sai)

Ps: scomodare un Vangelo per una disputa di così basso livello mi pare francamente eccessivo, ti rispondo con Sartre: “Siamo ciò che facciamo” (o, in questo caso, ciò che diciamo).

Ps2: la mia morale nasce in famiglia, con tutto il rispetto per Tutto il Calcio. 

  

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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