Gentile redazione,
ho letto la lettera inviata dal bocia del ’98 della curva sud e voglio dirgli che da gente come lui dobbiamo ripartire!
A 14 anni ha capito veramente tutto di questo scempio. Sei il nostro futuro di tifosi, aiuta la tua generazione a tenere viva la fiammella, perché (fidati) arriverà il giorno della riscossa. Sono Andrea, del 1970, che nel 1984, alla tua età, vide a Verona, vivendo purtroppo là, l’Hellas vincere lo scudetto.
Mi chiedevo allora (noi eravamo in C): arriverà mai il giorno anche per me?
10 anni dopo arrivò Guidolin…
Andrea
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Gentile redazione,
I giocatori vanno, i tifosi grandiosi rimangono.
Ho pianto tanto per il lane. Forza lane e forza magnifici ultras, più forti di prima.
Filippo
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Gentile redazione,
me ne rendo conto: quella di Empoli è una grossa batosta, ma bisogna prendere tutto ciò che c’è di buono e che c’è stato in questo anno disgraziato.
Innanzittutto, la nostra tempra di tifosi. Una botta così, assommata agli ultimi campionati (decidete Voi quanti), abbatterebbero un toro.
Ieri provavo ad immaginarmi un tifoso qualunque delle solite squadre “top” di seriie A, dopo un periodo del genere. Quanto tempo avrebbe impiegato per defilarsi e riporre in cantina la bandiera?
Noi eravamo ad Empoli, con lo stesso entusiasmo che avevamo nello spareggio di Ferrara…a distanza di 22 anni.
Personalmente, ricordo che fu più dura la mia prima grossa delusione, la retrocessione del 1975.
Allora ero inesperto e la prima botta fu tremenda. Tuttavia, se ADESSO siamo ancora qui, che cosa potrebbe mai cambiare verso l’affetto di quei colori?
Altra cosa da salvare,oltre la tempra è il cuore del tifo biancorosso. Ci puoi sempre contare . Tu sai che quando ce n’è bisogno, lui risponde presente!
La più eloqueste dimostrazione, è stata questa doppia sfida (che io chiamo “doppia sfiga”), dove abbiamo dimostrato all’intero mondo calcistico che cosa siamo capaci di fare per quella maglia, entrata ormai sotto-pelle.
Noi siamo fortunati, perchè possiamo ripartire da qui!!
Nelle cose da salvare ci metterei dentro anche quei 10 minuti al Castellani, dove ci stavano regalando un sogno insperato.
Dieci minuti (forse meno)nei quali ho visto l’esultanza della coppa italia..e credetemi, non sto esagerando.
Minuti nei quali ho visto gente di tutte le età piangere di gioia. Gente con le quali ho condiviso mille battaglie, con i lacrimoni di passione infinita.
Ecco, se non accadeva quel che è accaduto , non avrei potuto adesso essere così sicuro che noi partiamo da gente così… credetemi, loro ci saranno ancora.
Come si fa a continuare a soffrire per questi colori ? Semplice: se siamo qui e perchè ci saremo ancora, vale la metafora del figlio.
Se tuo figlio ha iniziato a frequentare cattive compagnie, smette di studiare e agli esami viene bocciato…che fai? smetti di amarlo?
Certo: mi arrabbio, però continuo ad amarlo.
Per ultimo , noi “giovani tifosi” abbiamo degli esempi che credo siano rarissimi in qualsiasi atra tifoseria.
Spesso ho scritto della meraviglia che provavo, ogni volta che piombavo in città e vedevo il calore e la passione dei tifosi più anziani e delle tifose più anziane, quelle che ricamavano le bandiere per i propri nipotini.
L’altra sera, al Castellani , fra le cose più commoventi che ho visto, è stata una coppia di anziani , silenziosi, defilati, sicuramente ultimi di una compagnia di tifo “secolare” con lo sguardo preoccupato. Si stringevano la mano , lì, accoccolati sui gradoni della curva . Lì a soffrire per il Lane.
Questo mi ha emozionato più di qualsiasi sciarpata.
Che fortuna essere tifoso di questa squadra.
Sergio da Rimini
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Carissimi amici,
vorrei sapere una cosa: ma veramente credete ancora che il calcio sia uno sport? Che sia poesia? Che sia vero?
No signori, ha più valore un torneo parrochiale dove ci si mena di santa ragione per il campanilismo di paese,dove si lotta per non far segnare un amico che ti abita a due isolati di distanza, dove una volta sentivi la mamma che ti urlava di rientrare e mangiare perchè altrimenti quel pallone te lo bucava…
L’ultima volta che sono andato allo stadio era il 2007 e non ci rimetterò più piede, non perchè non mi piaccia, anzi io l’ho sempre adorato quel pallone e molto più adoro quella maglia biancorossa che un mio vicino mi regalò da piccolo, ma perchè nulla è più vero.
Guardo i ragazzini di 16/17 anni di adesso che vanno a giocare a calcio per una squadra dilettantistica solo per denaro… denaro?
Inconcepibile, la passione non esiste più! E volete che la possiedano Abbruscato, Paolucci, Botta, ecc.?
Addio calcio, addio sogni di gloria, rien ne va plus Vicenza.
Mi è capitato di incontrare casualmente il Sig. Cassingena, l’ho solo guardato, e per educazione non ho detto nulla, ma i miei occhi parlavano e lui ha solo abbassato lo sguardo.
Quello che ha fatto per una decina d’anni quando arrivava in via Schio.
Lì ho capito che a dispetto dell’età matura, c’era lo stesso spirito dei ragazzini sedicenni che giocano a calcio per denaro.
Diego