Ore 6.30 AM, Sabato 5 Maggio. Dopo una notte dedicata alla cura del palato con piatti prelibati, qualche birra in giro e un poker fino all’alba, mi trovo assieme ad altri 44 vicentini al casello autostradale di Vicenza est. Il gruppo più numeroso sono i terraces (17), ci sono 10 ex902, 5 del Mucchio, 2 Magnagatti, 2 FabjoGroup, 2 vigilantes, vecchie glorie e cani sciolti. E’ uno dei quei pulman che di questi tempi è un vero peccato portare ad un funerale.
Ma la memoria di Domenico andava onorata, cosìcchè, belli e compatti, si è andati a rendergli il nostro omaggio dai nostri amati gemellini pescaresi in quel di Pescara.
L’andata scivola tranquilla, non c’è alcun clima di festa, i discorsi sono, in ogni parte del pulman, gli stessi: osservazioni e considerazioni sulla vita del gemellone straziata da un omicida che ha regolato i conti a seguito di una rissa il giorno prima che sanciva il ritorno del nostro 35esimo sodalizio tra tifoserie. Una vita giovane, di soli 24 anni, che aveva già tessuto una famiglia e aveva un grande spessore per la Pescara Rangers di oggi: un gruppo che non ha nulla da invidiare alle più belle realtà Ultras della penisola. Un ragazzo come noi, un figlio, un padre, un marito, un ultrà. Lutto profondo.
Si andava incontro ad una giornata in memoria del Gemellone, una giornata per pensare a tante cose, ore importanti anche per riflettere su come viviamo, cosa viviamo, dove viviamo.
Sulle tracce di Pescara abbiamo imparato insieme un coro da dedicare a lui, che amava tanto i cori della Sud:
Che importa see
sta arrivando la retrooceessione
è solo un gioco
per noi ultras conta poco
vogliamo indietro
il nostro amico Gemellon
Che triste èèè
questa sera senzaaaa un aaamico
non ce la faccio
ho bisogno di un abbraccio
tutta Vicenza
rende onore al Gemellon…
Arriviamo a Pescara e un paio di moto dei Rangers fanno capolino al casello e ci guidano all’ospedale dove smontiamo per raggiungere l’obitorio. Qui troviamo una folla di biancazzurri di ogni età in silenzio e addolorata. Ci accolgono ricevendo da noi un abbraccio, una stretta di mano, un sussurrato messaggio di condoglianze, un bacio. In obitorio molte donne intonano litanie religiose straziate dal pianto. Una tomba biancoazzurra contornaiata di ghirlande e mazzi di fiori è ricoperta da un arcobaleno di sciarpe e custodisce il corpo di Domenico Rigante, il nostro amico gemello.
Ci spostiamo in curva Marco Mazza, siamo i primi, assieme ai pescaresi. Stendiamo gli striscioni e diamo le pezze ai ragazzi che le sistemano in balconata. Verso le 14 la pista di atletica davanti alla curva nord si riempie, il vociare della folla rimane basso, frusciante e in un ossequioso rispetto, si odono, come si sentiranno per l’intera giornata, pianti straziati e urla al cielo con messaggi di amore e di disperazione, c’è chi grida vendetta, c’è chi chiede perchè.
I coetanei di Domenico entrano a seguito del carro funebre con il coro “Domenico è qua e canta con gli ultrà”, “Sarai sempre con noi”, seguono molti applausi. La macchina si ferma a centro curva proprio dove i capi tengono lo striscione dei Rangers. E’ un momento molto toccante e anche dai miei occhi non si sono trattenute le lacrime, delle lacrime di profondo dolore, tristezza, commiserazione e rabbia, perchè non è giusto morire così.
Si intonano diversi cori per Domenico e dalla balconata si accendono le torce, scoppiano 3-4 bombe carta, la folla aumenta i bpm degli applausi e si ergono tosti i cori al Gemellone. L’aria è come elettrica e si respira il profumo di fumogeno e polvere da sparo mentre nella bocca molti hanno il salato dei lucciconi. Sensazioni difficili da rendere.
Un giro di campo come un vero campione e poi in strada, inizia il corteo. Pescara Rangers davanti, noi vicentini subito dietro e dietro ancora i loro amici dei bravi ragazzi juve, i cavesi e via via mi pare di aver riconosciuto ascolani, sanbenedettesi, juventini, catanzaresi, avellinesi, riminesi, civitanovesi, anconetani e ovviamente i ragazzi del Wolfsburg e del Messina. Subito dietro gli ultras c’è Domenico e la città di Pescara. Un corteo lunghissimo che gira tutta la zona dello stadio fino alla casa del gemellone e della sua famiglia. Ci si ferma in vari tratti per ricompattarci, ma non si smette un attimo di cantare per lui. Il coro che abbiamo imparato in autobus è stato molto apprezzato e più volte è stato accompagnato dall’applauso commosso di tutti i presenti. Il serpentone, pezze e striscioni alla mano, raggiunge la chiesa. I familiari, gli intimi e gli amici entrano, gli altri restano fuori con gli striscioni in picchetto d’onore.
All’uscita ancora torce, cori, battimani e il saluto alla bara che entra nel carrofunebre per poi toccare la terra del campo santo.
Impossibile non commuoversi al saluto della moglie e della bimba: “dai, saluta papà…dì ciao a papà…”…………. Parenti e amici straziati, urla di rabbia al cielo e ancora applausi alla sua memoria mentre ci si avvia in un corteo che non vorrebbe finire mai perchè cerca di arrivare fin lassù assieme al gemellone, lassù in alto nel nostro Olimpo Ultras dove da oggi Domenico siede accanto a Bubù, Ippo, Gabbo, Bagna, Moreno, Francis e molti altri che non ci lasceranno MAI…
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