“Il ritorno di Cagni? Lo leggo come una mossa della disperazione, anzi ben oltre la disperazione. Una mossa che è la sintesi dell’improvvisazione strisciante che c’è nel Vicenza Calcio ormai da qualche anno a questa parte, e soprattutto in controtendenza con quella che sarebbe stata una logica, perché se tu hai un allenatore esperto e ti vuoi salvare, con tutto il rispetto per Beghetto e Zanini, non puoi a marzo fare testacoda o contromano in autostrada e poi rimediare in corsa, quando quasi tutti i buoi sono scappati dalla stalla. Quindi mi sembra una mossa ben oltre la disperazione, augurando al Vicenza che con questa mossa possa quantomeno rimettersi in carreggiata”.
Parole dure nei confronti dell’operato di una società, e una proprietà, che in otto anni ha collezionato insuccessi ed errori. “Un presidente che va via e che scende da un treno in corsa è quanto di peggio ci possa essere. Io credo che nella famosa barca che affonda devono esserci tutti a bordo per poi dare delle spiegazioni alla gente; invece ho notato che, come succede spesso in Italia, quando devi motivare anni dissennati a livello societario preferisci tagliare la corda, tanto Vicenza è una specie di bar dello sport e non è un club glorioso che voi conoscete a memoria e io non mi permetterei neanche di andare oltre…”.
Una rincorsa salvezza tutta in salita quella dei biancorossi, che domani faranno visita al lanciatissimo Pescara. “Le possibilità? Il calendario è difficile e le altre squadre corrono. Io credo che se fosse rimasto Cagni non avrebbe fatto peggio dei due allenatori giovani e inesperti che hanno chiamato. I due rigori sbagliati con la Nocerina sono la sintesi del momento negativo del Vicenza a livello mentale e psicologico, una squadra che non ha la testa per poter affrontare la partita e che vede il burrone avvicinarsi sempre più. Credo che Cagni debba fare un miracolo e se riuscisse a tirar fuori il Vicenza da questa situazione, cosa che auguro davvero al Vicenza, sarebbe una delle imprese della sua gloriosa carriera”.
Si torna poi a puntare il dito sulle scelte societarie. “Mi dicono che non si può investire e via discorrendo… è normale che non si possa investire e che oggi nel calcio i soldi non ci siano, ma ci sono anche le idee. Le sessioni di mercato del Vicenza sono state l’inno del “ciapa no”, cioè del vorrei ma non posso, dell’avrei potuto fare ma ho fatto esattamente il contrario… E adesso Cagni deve fare un miracolo. Per me la sintesi è questa: Cagni deve cercare in poche ore di entrare nella testa dei giocatori e far capire loro che comunque ci sono delle partite da giocare per cercare, come minimo, di arrivare ai play out”.
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