Da chi è il presidente, il massimo dirigente, ci si aspetterebbe quindi il massimo impegno, il totale appoggio per cercare di venire fuori da una situazione difficilissima. Da una serie di problematiche che, giusto sottolinearlo, sono state create dall’incapacità e dalla dabbenaggine di questa società.
Sergio Cassingena invece da almeno un mese stava cercando di scappare dalle sue responsabilità, di fuggire prima che il disastro sportivo ed economico potesse concretizzarsi. Definire tale atteggiamento è fin troppo semplice perché non ci sono né giustificazioni, né attenuanti, né scusanti. Tutto questo è semplicemente vergognoso, perché fuggire mentre la nave sta per affondare è da capitan “Schettino”, e soprattutto conferma, per chi ancora non se ne fosse convinto, che a Sergio Cassingena del Vicenza non importa nulla.
Questa è di fatto l’ennesima fuga dal ruolo di presidente del Vicenza, la solita scelta di un uomo che di fronte alle difficoltà non sa far altro che defilarsi e lasciare che i problemi vengano risolti da altri. Ma i tifosi vicentini non sono stupidi e hanno capito bene di chi sono le responsabilità di otto anni di fallimenti sportivi e, purtroppo, non solo. Il solito sottrarsi alla realtà che vede il Vicenza ad un passo dal baratro non preserverà Sergio Cassingena dai duri giudizi sul suo operato, il suo nome sarà per sempre accostato ad uno dei periodi più brutti della storia del Vicenza.
Un Vicenza sull’orlo del baratro abbandonato dal massimo dirigente che saluta e se ne va incurante delle conseguenze e delle sue responsabilità.
Povero Lane, in che mani sei caduto! Non resta che azzerare tutto e ripartire, senza che nessuno però si dimentichi mai chi ha portato questa gloriosa società allo sfascio più completo…
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