E se da un lato sarà pur vero che non si può vivere solo di ricordi, dall’altro aveva ragione il “nostro” Francesco Guidolin, che salutando la città del Palladio disse: “Uno dei perché valga la pena vivere è costruire dei ricordi, e io qui ne ho costruiti di meravigliosi”. E allora godiamoceli i nostri ricordi, oggi più che mai. Perché niente e nessuno ce li potrà mai portare via.
Da quel 9 marzo 1902, quando un gruppo di appassionati costituì l’Acivi, al 1942, l’anno della prima vera promozione in serie A. Da quella doppietta al torneo di Viareggio dei ragazzi d’oro di Berto Menti nel ’54 e ’55, allo straordinario ventennio in serie A (1955-1975) targato Savoini, Luison, Vinicio, Campana, Zoppelletto, Cinesinho, Sormani. Dal Vicenza di Gibì Fabbri, così bello da essere ribattezzato Real, alla sciagurata discesa in serie C, dove però arrivò una Coppa Italia sotto la guida di Giancarlo Cadè. Dall’indimenticabile spareggio di Firenze del Magico Vicenza di Bruno Giorgi ad un altro spareggio, quello di Ferrara, dove i gol di Zamuner e Tacchi scacciarono i fantasmi della C2. Dalla sciagurata gestione Caramanno alla risalita firmata Ulivieri. Dal Vicenza di Guidolin, che condusse i colori biancorossi là dove mai nessuno li aveva portati, a quello di Reja, per l’ultima promozione in serie A.
E scusate se è poco…In attesa di tempi migliori, certo. Perché se oggi “non è tempo dei processi”, è comunque bene ricordare che il Vicenza e i suoi tifosi meritano di più. Anzi no. Molto di più. E allora buon compleanno caro Lane: che il tuo vecchio cuore biancorosso possa battere per altri 110 anni…
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