O è colpa dei giornalisti, troppo pessimisti, che si permettono di ricordare che l’ultima vittoria è datata 10 dicembre 2011. Perché questo è emerso dalle interviste del dopo Vicenza-Crotone. Tanto che passa anche la voglia di analizzarla la partita del Menti. Ma forse è bene sottolineare quello che pochi (per non dire nessuno) hanno fatto. Ossia ammettere che nella prima mezz’ora chi ha giocato è stato il Crotone, che la prima conclusione in porta del Vicenza è arrivata al 35’ e che sull’1-1, prima di vedere qualche buona occasione di marca biancorossa, era stato proprio il Crotone a sfiorare il gol, con il palo a salvare capra e cavoli sulla punizione di Loviso. Ma, come detto, tutto questo passa in secondo piano. A lasciare l’amaro in bocca, molto più del mediocre spettacolo offerto in campo, sono le dichiarazioni del dopo partita. E lo diciamo noi che da queste pagine un anno fa, con il Vicenza targato Maran al settimo posto, invitavamo il popolo del Menti a qualche “mugugno” in meno per provare magari a rincorrere un sogno. Ma sentire oggi società, tecnico e giocatori parlare di “clima ostile” o “pessimismo” è uno schiaffo che i tifosi del Vicenza non meritano. Non dopo otto anni in cui l’emozione più grande è stata un gol all’82’ all’Ezio Scida di Crotone a salvarci dall’incubo play out. A questo punto, dunque, la domanda sorge spontanea (e provocatoria): perché non giocare a porte chiuse, così da non avvertire più la tanto temuta tensione? Vuoi vedere che poi toccherebbe vincerle tutte…
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