La squadra dopo la sosta Natalizia è tornata ai livelli indecorosi di inizio stagione. Qui le cause possono essere molteplici (prima di tutto fisico-atletiche?), ma urge fin dalla prossima trasferta di Livorno che i nostri “baldi eroi” mettano in campo determinazione, grinta ed abnegazione visto che di qualità tecnica non abbondano di certo. Che qualcosa si sia rotto (anche all’interno dello spogliatoio?) è evidentissimo e qui si passa alle responsabilità di mister Cagni, che avevamo giustamente esaltato per il lavoro svolto fino a Natale, ma che ora sta sbagliando troppo e la cosa è sotto gli occhi di tutti.
Tralasciando le scelte tecniche che nelle ultime gare proprio non abbiamo condiviso, quello che ci sorprende è la varietà di dichiarazioni pre e post partita rilasciate alla stampa (e quindi alla gente biancorossa) dal tecnico bresciano. Si passa dall’assunzione di tutte le colpe dopo la sconfitta al Menti contro il Brescia, alle accuse pesanti rivolte ai giocatori dopo la sfida di Modena contro il Sassuolo, all’aver ritrovato il suo Vicenza dopo Torino, per chiudere con “da domani inizia il mio campionato” prima della partita contro il Cittadella. Come sia finita lo sappiamo tutti e una domanda sorge spontanea: ma mister Cagni ha ancora in mano la squadra? Perché è inconcepibile che un tecnico esperto come quello bresciano si esponga in maniera così evidente e poi vada incontro ad una sconfitta così netta ed umiliante. Azzerare tutto, testa bassa e ripartire con la massima umiltà sembra l’unica ricetta, augurandoci che nello spogliatoio voli magari anche qualche urlaccio, ma che i problemi (che ci sono) vengano risolti.
In questa situazione un ruolo fondamentale di solito ce l’avrebbe la proprietà, ma questa finora ha brillato solo per assenteismo. “Non potevamo non presentarci“, le parole del vice presidente Dario Cassingena alla fine della disastrosa gara contro il Cittadella. Forse, e lo diciamo con chiara ironia, era il caso che la società si facesse vedere molto prima, perché in questo momento l’impressione è che in via Schio si stia chiudendo il recinto ma i buoi siano già scappati. C’è però un fatto nuovo: dopo otto anni (meglio tardi che mai) questa società ha chiesto scusa ai tifosi per l’ennesima dura e pesante umiliazione che hanno dovuto sopportare. La naturale reazione dei tifosi del Vicenza è stata quasi di totale indifferenza, perché otto anni di fallimenti non si cancellano con un’intervista di scuse, confermando che ormai la gente biancorossa ha la necessità, il bisogno di vedere sulla poltrona di via Schio facce nuove, in grado di ridare speranza e fiducia per il futuro. Il tifoso del Vicenza ha bisogno di poter rialzare la testa, deve sentirsi di nuovo orgoglioso di portare in giro per l’Italia i colori biancorossi, quei colori a cui questa gente non ha mai smesso di garantire sostegno ed incitamento nonostante tutte le delusioni ed amarezze subite. “Cassingena chieda scusa e lasci spazio ad altri” intitolava l’ultimo nostro editoriale. Presidente, il primo passo l’ha fatto. E’ il momento di favorire concretamente anche il secondo. Per il bene di una società con 110 anni di gloriosa storia e tradizione e per una tifoseria che merita di più, molto di più.
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