Comincia parlando di vivaio, il figlio del presidente: “La primavera? Un gruppo giovane, non ci sono molti ’93, siamo già proiettati ai regolamenti del prossimo biennio, che ci costringeranno a puntare sui ’94 e ’95. I risultati sportivi non ci premiano, siamo ultimi in classifica. Tra gli allievi però ci sono alcuni ’96 molto interessanti e di prospettiva. In generale, il nostro settore giovanile è strutturato con una rete di osservatori che operano sul territorio e 40 società affiliate a Vicenza Accademy. A queste collaborazioni si aggiungono alcune selezioni di “leva” che svolgiamo in Sardegna, Sicilia, Lazio, Campania, Puglia”.
Poi una battuta sulle prossime tre partite, a Modena, con l’Empoli in casa e, ultima prima della sosta natalizia, a Bari: “Saranno le partite più difficili, sbagliarle vuol dire inguaiarsi. Importantissima già la prossima a Modena. Come noi contro l’Albinoleffe, i canarini ci affronteranno alla morte, sapendo di non potersi permettere altri passi falsi”.
Sulla situazione societaria, i concetti espressi sono gli stessi di sempre: “Vere trattative per la cessione non ce ne sono. Nessuno ha portato quelle garanzie bancarie che riteniamo indispensabili per intavolarle. Da Massone a Filippi, nessuno ha mai mostrato la reale volontà di acquistare il Vicenza. Di sicuro il problema per la vendita non sono i Cassingena, né io, né mio padre”.
Sul prossimo mercato di gennaio: “Quella di oggi è una rosa large, figlia delle scelte condivise in estate da tutto lo staff tecnico, ma in particolare dal vecchio allenatore. Con il cambio di tecnico alcuni giocatori sono risultati in esubero. Il primo obiettivo sarà dunque quello di trovare sistemazione ai vari Danti, Maiorino, Maritato, M’bida. L’input che è stato dato a Cristallini è quello, se possibile, di mandare a valorizzarsi altrove i giocatori che non rientrano più nei piani tecnici del Vicenza”.
Ma il Vicenza è costretto a vendere qualche giocatore importante per far fronte alla precaria situazione economica? “Una migliore situazione si ottiene con maggiori ricavi o minori costi, perciò in questo senso sarebbe sicuramente utile sfoltire la rosa e alleggerire il monte ingaggi. La vendita di Frison? Darlo in serie A per farlo finire in panchina non avrebbe senso, l’obiettivo è quello di trattenerlo con noi fino a giugno, a meno di offerte faraoniche. In generale, portare a casa qualche soldino sarebbe importante, altrimenti è la proprietà che deve far fronte alle spese. Dato il problema di liquidità che attanaglia in generale la nostra economia, è ovvio che se troveremo il modo di raccogliere dal mercato qualche euro in più lo faremo”.
Sull’eventuale acquisto di un laterale destro, ruolo in cui il Vicenza sembra aver necessità di ritocco: “Da alcuni colloqui con lui, ho capito che Cagni è soddisfatto di Tonucci e Augustyn e non pensa ci sia necessità di un terzino destro. Ma se questo diventasse un obiettivo per il tecnico saremmo in grado di intervenire, ovviamente secondo le nostre possibilità”.
Su Botta: “Va in scadenza a giugno, abbiamo fatto delle chiacchiere ad inizio stagione con il suo procuratore, che non hanno avuto seguito. Bisogna essere in due a sposarsi, il Vicenza vuole Botta, bisogna vedere se anche Botta vuole il Vicenza. Approfitteremo della sosta natalizia per riprendere la discussione”
E Gavazzi? “Vale lo stesso discorso fatto per Frison. A meno di offerte irrinunciabili rimane con noi, dovesse partire sarà sostituito con altro giocatore di pari valore, come successo con altri in passato, vedi scambio Sgrigna-Abbruscato”.
L’ultima battuta è su bomber Abbruscato: “Ha sempre detto che Vicenza gli piace, mi piacerebbe diventasse il nuovo Schwoch, una volta finita la carriera”.