A complicare ulteriormente le cose si deve sottolineare come la preparazione atletica fatta in estate dal tecnico toscano ha appesantito le gambe dei biancorossi che rispetto agli avversari calavano nettamente dopo un’ora di gioco, arrivavano sempre dopo sul pallone mostrando una evidente carenza di reattività e velocità nel breve. Un quadro che non poteva portare nulla di buono ed infatti nella gestione Baldini il Vicenza non è riuscito a vincere nemmeno una partita, ottenendo solo tre pareggi. Dall’arrivo di Gigi Cagni le cose sono cambiate completamente con una rapidità quasi sorprendente. Il tecnico bresciano ha subito ottenuto un buon punto a Grosseto con Frison che al 93’ ha respinto il penalty calciato da Caridi. La squadra ha poi superato il Verona al Menti e nel turno successivo a Padova solo per una follia difensiva al 92’ ha perso la partita. Ma la svolta Cagni è riuscito a darla al Menti dove ha sempre vinto, e si sa che nel calcio le vittorie aumentano l’autostima e portano positività in tutto l’ambiente. Come il tecnico bresciano sia riuscito a cambiare il volto del Vicenza è presto detto. In primis ha migliorato, e di molto, la condizione fisica e poco importa adesso star qui a disquisire se sia anche frutto del lavoro estivo fatto da Baldini nel ritiro di Gallio. Cagni ha poi senza dubbio cercato di dare delle certezze ad un gruppo che con Baldini era andato in confusione sia tecnica che mentale. Di fatto all’attuale allenatore del Vicenza si può imputare solo la pessima gestione della gara di Castellamare di Stabia dove Cagni ha schierato all’inizio un undici che ha sorpreso tutti nell’ambiente biancorosso. Rinunciare a Paolucci ed Abbruscato per schierare Baclet che non giocava una partita intera da sette mesi, mettere Soligo nel tridente offensivo e abbassare Gavazzi a terzino sono state scelte che hanno condannato il Vicenza ad una sconfitta annunciata. Soprattutto la rinuncia ad Abbruscato che veniva da 54 gare consecutive è parsa un autogol quasi incredibile visto anche lo stato di forma che sta attraversando l’ex granata. Una gestione errata, senza dubbio, ma visto poi quanto di buono è riuscito a fare mister Cagni è anche facile mettere la partita contro la Juve Stabia nel dimenticatoio. A voler fare la parte del diavolo a tutti i costi si potrebbe anche sottolineare come il tecnico bresciano abbia rischiato oltre il dovuto con certi esperimenti che lui ha definiti necessari per la conoscenza del gruppo in cui, forse, ha impiegato troppo tempo a dare spazio a giovani interessanti come Rossi e Bariti. Per completare il quadro, Cagni è stato senza dubbio anche più fortunato di Baldini, ma si sa che la fortuna aiuta gli audaci e, come diceva Catalano, è molto meglio essere fortunati che sfigati. Alle porte, domenica all’ora di pranzo al Menti, c’è il Pescara di Zeman che sarà un altro bel banco di prova per il Vicenza che è chiamato a fare punti per allontanarsi prima possibile dalla zona pericolose della classifica.
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