Gent.le Dott. Cassingena,
per tanti anni mi sono chiesto perché una persona acquisti una società di calcio.
Era una domanda che mi facevo spesso; poi un giorno incontro una persona che noi tifosi Vicentini non solo stimiamo, ma amiamo e adoriamo: Pieraldo Dalle Carbonare.
Può essere che non l’abbia mai incontrato perché da quando Lei è diventato Presidente del Vicenza calcio non frequenta più né il Menti e neppure le trasmissioni delle reti televisive vicentine (che coincidenza…).
Lui mi disse che una persona acquista una società di calcio perché prima è un signor Nessuno ma poi, diventandone Presidente, diventa una persona importante.
Lei fino al 7 settembre 2004 era un signor nessuno per tutti noi tifosi del Lanerossi Vicenza; poi l’8 settembre è diventato il Presidente del Vicenza Calcio. Ha voluto acquistare il Vicenza probabilmente senza quella forza economica che però chi fa questo investimento (e ha questa ambizione) dovrebbe disporre convinto che le Sue capacità imprenditoriali potessero sopperire alla loro mancanza.
Negli anni ha cercato di coinvolgere varie persone in questa avventura, ma probabilmente questi potenziali soci hanno ritenuto questa sua sfida non meritevoledi interesse. E, rimasto solo, ha fatto quello che probabilmente ogni imprenditore in difficoltà farebbe per tenere a galla il proprio investimento, ossia quello di spogliare giorno dopo giorno la Società Vicenza Calcio dei suoi beni.
Ha venduto il Centro Sportivo di Isola, l’unico bene immobile che era di proprietà del Vicenza Calcio (e che per anni dicevamo essere la chiave per aprire una stagione di successi) per mezzo di un’operazione finanziaria che probabilmente sarebbe meritevole di qualche maggiore approfondimento giornalistico. Con la storia del debito da pagare agli inglesi per molti anni è riuscito a giustificare gli scadenti risultati sportivi alla tifoseria vicentina; e quando qualcuno le obiettava qualcosa, proprio Lei Presidente, in un intervista, dichiarò che i tifosi non devono pensare. Con questo è riuscito a far sì che alcune componenti del tifo organizzato della Curva e dei Club non le si mettessero di traverso, né in passato e tantomeno ora.
Convinto che il Vicenza Calcio sia ormai diventato una “res propria”, ha nominato Suo figlio, il Dott. Dario, Vice Presidente Esecutivo; in passato questo ruolo è stato ricoperto da manager di riconosciuto spessore professionale. Per quello che abbiamo potuto vedere finora, si può dire che a Suo figlio manchino proprio le capacità manageriali (ma probabilmente dico questo perché non mi sono sufficientemente informato, colpa mia) ma di certo non gli manca l’arroganza e la presunzione (si riguardi a tal proposito il filmato della presentazione dei giocatori e di come, in quella sede, abbia apostrofato i tifosi biancorossi..).
Vorrei solo ricordarLe che il Vicenza per i tifosi, per molti tifosi, è una fede, è un’amore indescrivibile. E’ per tutti noi un motivo d’orgoglio indossare la maglia biancorossa. Ed è successo proprio in questi giorni, che un tifoso abbia perso la propria vita per seguire e sostenere la propria squadra del cuore.
Per tutto questo e per molto altro ho la presunzione di dire che noi tifosi del Vicenza Calcio meritano il massimo rispetto da parte della Proprietà, del Presidente di tutta la dirigenza. Lei e i suoi collaboratori a volte, ma forse mi sto sbagliando, avete avuto atteggiamento sprezzante nei confronti di noi tifosi.
Le vorrei solamente ricordarLe che quando è tornato in carica a giugno, ha detto pubblicamente che avrebbe incontrato i tifosi. Visto che ad oggi nessun incontro è mai avvenuto, come si può interpretare tutto questo? Forse perché ritiene noi tutti non meritevoli di un civile e sano confronto? O forse perché non deve nessun tipo di giustificazione o spiegazione a noi tifosi? O forse perché come già scritto, secondo lei noi tifosi non dobbiamo pensare?
Capita poi che se qualche giornalista si permette di invitare la dirigenza, dopo 8 anni di errori e di delusioni, a fare un piccolo bagno di umiltà, egli venga pesantemente attaccato da qualche componente della sua società. Sarebbe bello, a tal proposito, anche conoscere la Sua versione del perché un giornalista amato dal popolo biancorosso come Corrado Ferretto sia ora considerata persona non gradita e gli sia stato impedito ad inizio stagione di fare le radiocronache del nostro amato Vicenza.
La realtà dei fatti è che Lei sta scappando dalle sue responsabilità di Presidente del Vicenza Calcio; con la scelta che ha fatto l’8 settembre del 2004, acquistando la proprietà del Glorioso Lanerossi Vicenza, Lei si è assunto tutti gli onori, ma anche gli oneri di una decisione che le ha permesso di passare da un Sig. Nessuno ad essere il Presidente del Vicenza Calcio. E se questi 8 anni sono stati caratterizzati da 81 vittorie, 91 pareggi, 115 sconfitte e 1 retrocessione (statistica aggiornata alla partita di Cittadella), nonché da decine di umiliazioni calcistiche che resteranno nella storia del calcio vicentino e italiano, non cerchi giustificazioni nell’ambiente esterno alla Sua Società.
Le cito due dati che fanno rabbrividire (fonte Wikipedia): nei suoi 8 anni digestione, ad indossare la gloriosa casacca biancorossa sono stati ben 132 giocatori. Lei ha inoltre operato ben 9 cambi di panchina, alcuni dei quali ancora oggi incomprensibili (Bellotto, Sonetti) tranne che per Lei. Numeri che a mio modesto parere non fanno altro che confermare la scarsa competenza calcistica e manageriale dell’attuale dirigenza della squadra biancorossa. Se ad ogni calciomercato Lei e i suoi collaboratori avete la necessità di fare cassa per finanziare la gestione societaria, significa che il fabbisogno finanziario della società è molto maggiore delle disponibilità.
Spero di sbagliarmi, ma l’impressione ormai che molti tifosi si stanno facendo (quei tifosi che ahimé per Lei vogliono pensare) è che si sia sull’orlo del baratro che rischia di diventare un fallimento non solo sportivo ma anche finanziario, con tutte le conseguenze che Lei, da buon imprenditore, conosce benissimo.
Se Lei permette un consiglio inviti a cena Dalle Carbonare e si faccia spiegare cosa vuol dire fare il Presidente del Vicenza Calcio e di come ci si comporta con la tifoseria biancorossa. Se avrà voglia di ascoltarlo, e capirà le sue parole, si renderà conto di come per 8 anni Lei si sia rapportato in maniera totalmente sbagliata con la tifoseria.
Con l’occasione, si faccia anche spiegare da Dalle Carbonare come si possa passare, in 8 anni di presidenza, proprio come i suoi (che coincidenza..), da una partita spareggio per la C2 (Vicenza- Trento) del 1989 alla finale vincente di Coppa Italia del Maggio 1997. Sono certo che nell’invitare Lei a cedere la proprietà del Vicenza Calcio esprimo il pensiero (e il sogno) di migliaia di tifosi del Lanerossi Vicenza che sono ormai esasperati da questa situazione. E con il passar dei giorni, mi creda, sono sempre di più. Accetti le proposte di chi in questi mesi ha cercato di instaurare delle trattative serie (non certo quelle intavolate dall’Avv. Massone per intenderci) per la cessione della società ben sapendo, da buon Imprenditore, che quando gli affari vanno male (perché sono stati probabilmente mal gestiti) bisogna anche saper accettare le perdite derivanti. Come pubblicamente Lei aveva promesso, renda acquistabile il Vicenza Calcio, liberandolo da tutti quei fardelli (Affitto Isola ad esempio) che in questi anni di sua gestione si sono accumulati e da qualsiasi altro vincolo.
Presidente, Lei può chiederci di non pensare, ma non può impedirci di sognare. E se per molti di noi il sogno più desiderato è quello di avere una proprietà diversa, un altro presidente ed un management nuovo probabilmente è perché in 8 anni, come dice il proverbio, questa proprietà ha seminato vento e sta raccogliendo tempesta. La Vicenza città e soprattutto la Vicenza Biancorossa non si merita tutto questo. Lo squallore di sabato a Cittadella è solo l’ultima di una serie inenarrabile di umiliazioni che noi tifosi sopportiamo da quando Lei è diventato Presidente e che non ha eguali nella centenaria e Gloriosa Storia del Lanerossi Vicenza. E sottolineo gloriosa. La cosa certa comunque è che se un giorno sarà fallimento sportivo ed economico del Vicenza, sarà il Suo, non certo quello di noi tifosi.
Silvio Peruzzo (con Fred Ometto)