Gentilissimi,
l’attestato di stima partecipato da tutti Voi presenti in Sala Stampa, nell’immediato dopogara contro il Torino, pur nell’amarezza della sconfitta, mi ha gratificato e trasfuso ulteriori ed importanti stimoli per quella immediata risalita da Tutti attesa.
In sala stampa e prima ancora, al momento della mia espulsione, ho riconosciuto rispetto ed apprezzamento anche nell’insuccesso così com’è accaduto in sorte a Noi.
Di questo sono grato a Tutti i Tifosi Vicentini.
Finita la partita ho preso la strada di casa.
Non riuscivo a dormire. Sono tornato allora al Menti deserto.
Ho “rivisto” la partita ma, soprattutto, ho pensato ai Tifosi e alla storia del “Lane”, ai due Palloni d’oro, a quel maestro di Calcio che è stato Gibì Fabbri, a Guidolin vincitore di una Coppa Italia.
Poi mi è venuto in mente il verso di una canzone che Lucio Dalla ha dedicato a quel grande campione che era Ayrton Senna e che gli fa dire “Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto” (e Lui era il più Grande).
Tutto ciò ha un significato.
Attribuire l’insuccesso al vinto non è corretto.
Il giudizio, infatti, non è sempre collegato al risultato sportivo, ma la sconfitta è il più delle volte frutto della Nostra arrendevolezza e passività.
Solo il Popolo Sportivo può riconoscere la capacità di lottare per vincere e così annullare l’abisso tra Vinto e Vincitore.
Questo è accaduto ieri sera contro il Torino.
Se allora anche i Nostri giocatori avranno compreso questo messaggio del Popolo Vicentino saranno in grado di compiere quel salto di qualità che esso attende da Noi.
E così, infine, anch’io cerco di salire in cattedra dal momento che un professore del calcio (così dice) Ci ha sconfitto.
Nei libri antichi è scritta la saggezza, diceva qualcuno, e allora ricordo Ulisse umiliato nella Sua casa “Sopporta o cuore, e persevera che ben più sopportasti”.
E, poi, sappiamo Tutti come finì.
A tutti coloro che amano il Vicenza
Silvio Baldini