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Parola d’ordine: umiltà

Da 1 Settembre 2011 - 06:20Non Ci Sono Commenti3 min leggere

Sono i numeri a descrivere la situazione meglio di qualsiasi opinionista o superesperto di cose pallonare. Un utente del sito www.magicolane.com ha pubblicato ieri il dato statistico dei risultati sportivi della gestione Cassingena: si tratta di 81 vittorie, 90 pareggi e 113 sconfitte, cioè 333 punti conquistati su 852 a disposizione. Un bilancio da ritirata di Russia. Inoltre, se l’attuale tecnico del Lane dovesse presto ricevere il benservito, pagando di persona le grandi difficoltà della squadra, l’eventuale nuovo timoniere si troverebbe nella non invidiabile condizione di essere l’ottavo allenatore dei biancorossi (senza contare i reintegri, altrimenti il computo crescerebbe) durante le sei stagioni dell’Era Sisa: Viscidi, Bellotto, Viscidi, Camolese, Gregucci, Maran, Sonetti, Maran e Baldini. Roba da repubblica delle banane. Di questi tempi, gestire e far primeggiare una società di calcio professionistica è impresa ardua, che necessita di risorse finanziarie di non poco conto. Qualcuno ci riesce con successo, qualcun altro non ce la fa. Niente di strano… Ma quando le cose vanno male, servirebbe un po’ di sana autocritica e la capacità di riconoscere fino in fondo i propri errori. A Vicenza, al contrario, s’è scelta la strada dell’arroganza, ritenendo che la legittima critica sulle scelte strategiche della società potesse essere messa all’angolo con la censura e la discriminazione. L’hanno fatto con la radio, ci stanno provando (con meno successo) con la televisione. Ma il Lanerossi Vicenza non è un vasetto di pelati, che può essere spostato sui banchi del supermercato secondo le logiche del marketing. Non è una merce qualsiasi e soprattutto (e qui sta davvero il punto) non è un prodotto che appartiene soltanto ai detentori del pacchetto azionario. Io non so se il profondo fossato che si è scavato tra la dirigenza berica e tutto l’ambiente biancorosso possa ancora essere colmato. Lo spero, perché in queste condizioni il Lane rischia davvero di prendere la china ripida del fallimento sportivo. Quel che so è che la strada presa dai vertici di via Schio è sbagliata. Lo dico con tutto il mio cinquantennale amore per questi colori. O si cambia registro oppure andremo a far compagnia a tanti illustri blasoni oggi in totale decadenza, si pensi alla Spal o al Mantova, tanto per limitarci a quelli più vicini territorialmente. Altro che entusiasmo… La parola d’ordine deve essere: umiltà, umiltà e umiltà!

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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