Dal punto di vista strettamente temporale, tuttavia, la primogenitura spetta proprio al confronto con i padovani, la cui prima edizione risale addirittura alla stagione 1905, quando nel Campionato Veneto le due formazioni inaugurarono le loro sfide. Per trovare la prima gara contro l’Hellas, bisogna invece arrivare alla stagione 1910/11. Cento e sei anni di battaglie sportive contro i cugini patavini, dunque… Ma restando solo all’ultimo mezzo secolo del Dopoguerra, ecco che Vicenza e Padova si trovano di fronte nella serie cadetta, solo nell’anno il cui i berici appuntano la famosa R sulle maglie, campionato 1953/54. La partita si gioca nel mitico Appiani, con i torelli di Fioravante Baldi (sostituito poi da Campatelli) capaci di sbancare il green di Prato della Valle grazie ad un gol di Luciano Testa, centravanti appena acquistato dall’Alessandria.
La stagione seguente è trionfale per entrambe le formazioni. Sia il Padova di Zanon e Scagnellato guidato dal paron Nereo Rocco che il Lane di Pavinato, Lancioni, Campana ed in panca ancora Aldo Campatelli (primo assoluto in classifica con 22 vittorie,6 pareggi e solo 5 sconfitte) approdano alla massima serie. Di lì in avanti tanti tanti derby combattuti sul massimo palcoscenico del calcio tricolore, fino all’ultima partita in serie A, disputata in terra padovana il 28 febbraio 1962 (dopo essere stata rinviata per nebbia il mese precedente). Finì 2-0 per i padroni di casa, grazie alle reti di Arienti e Crippa. Una vittoria che peraltro non valse alla formazione di Serantoni la permanenza in serie A e segnò anzi l’inizio di una progressiva decadenza dei biancoscudati. I quali rividero l’Olimpo del pallone solo una trentina di anni più tardi, ai tempi di Salas, di Perrone e di Nanu Galderisi. Con il Vicenza, tuttavia, niente più partite nella massima serie. Nei tabellini restano le cronache di qualche derby in serie C e in serie B. Indimenticabile quelli del marzo 1994, con la battaglia per il possesso di uno striscione rubato ai biancorossi, cancelli sfondati, auto in fiamme e partita sospesa. Ma mentre il Lane si stava apprestando alla magica avventura della Coppa Uefa, per il Padova si aprivano scenari da C1 e C2. L’ultima tappa della lunga storia è datata 28 novembre 2009, con il Gatto corsaro in terra nemica. Fu 2-1 per il Vicenza, grazie alle reti di Sestu e Trevisan, con giocata vincente di Sasa Bjelanovic in piena zona recupero.
E siamo ad oggi, anzi a giovedì sera. Novanta minuti che sono forse più importati per il Padova che per il Lane, visto che un passo falso dei padroni di casa renderebbe la loro posizione difficilmente conciliabile con residue ambizioni di over time. Un Padova, però, la cui classifica, a mio avviso, non fotografa bene le potenzialità di una formazione che il magnagatti Cestaro ha molto ben attrezzato, a suon di milioni. Non sarà il Siena o l’Atalanta, ma basta scorrerne l’organico per capire che saranno di fronte due squadre costruite su binari nettamente differenti. Un piccolo miracolo quello di Paolo Cristallini, frutto di pochi schei e tante buone idee. Un solido pacchetto, quello messo a disposizione di Dal Canto dalla regìa di Rino Foschi. Pur privato strada facendo del bomber Succi, l’ex difensore biancorosso ha a sua disposizione in mezzo al campo gente come Cuffa, Italiano e Jidayi e in avanti De Paula, Di Nardo, Vantaggiato e Ardemagni. Roba che con solo gli stipendi degli attaccanti ci pagheresti l’ingaggio di mezzo Vicenza! Faccio una previsione, nemmeno troppo difficile. Se il Lane non riuscirà a stoppare i biancoscudati all’Euganeo, potrebbe essere proprio il Padova la sorpresa play off per questo finale di stagione, l’outsider che viene fuori in volata. Una partita dunque, da non perdere. Un derby vero. Anche se non sarà IL derby… Per quello occorrerà aspettare che il Mandorla porti gli scaligeri via dal mefitico Purgatorio della Terza Serie. Ma, a dirla proprio tutta, non c’è nemmeno tanta fretta, non vi pare?