LA SQUADRA
Mister Lerda può pescare a piene mani nella sua rosa, sicuro di avere in ogni caso calciatori di qualità. Si parte dai portieri: il titolare attualmente è Rubinho , brasiliano di 28 anni, già estremo di Genoa, Palermo e Livorno e (curiosità) fratello di Ze Elias che ha giocato in Italia con le maglie di Inter, Bologna e Genoa. Ha disputato finora 15 partite rimanendo fuori per un periodo a causa di un’ernia di cui aveva già sofferto in passato. Nel periodo in cui Rubinho non ha giocato, al suo posto è sceso in campo per 14 volte Davide Bassi, (classe ’85), da questa stagione al Toro dopo 4 campionati giocati in toscana con l’Empoli. Il giocatore è uno dei pochi in B ad avere anche una pagina web personale (www.davidebassi.com). Infine un paio di presenze le ha messe insieme anche il trentaduenne palermitano Davide Morello, portiere del Pisa per due anni e mezzo prima di svincolarsi a causa del fallimento dei nerazzurri e finire al Toro chiamato da Petrachi ex direttore sportivo dei toscani.
Non sarà della partita il difensore esterno Danilo D’Ambrosio, 22 anni, napoletano gemello di Dario che gioca nella Triestina. In 23 presenze (con 2 gol) D’Ambrosio ha già raggiunto le dodici ammonizioni che gli sono valse la terza squalifica stagionale. A destra dovrebbe quindi giocare l’ex biancorosso Claudio Rivalta, tre stagioni con la maglia del Lane dal 2001 al 2004 con 94 presenze e 2 gol. Nato a Ravenna nel 1978, Rivalta, tranne una parentesi di una stagione in C1 con il Cesena, in carriera ha sempre giocato in A o in B con le maglie, (oltre che di Cesena e Vicenza) di Perugia, Atalanta e quella attuale del Toro. Se invece mister Lerda volesse mantenere Rivalta nella sua naturale posizione di centrale la scelta potrebbe cadere sul neo arrivato in prestito dalla Lazio Luis Pedro Cavanda, classe 90, giocatore angolano ma di passaporto belga con grande facilità di corsa e che può trovare spazio sia come difensore che come centrocampista esterno. Ottima possibilità di scelta anche tra i centrali dove in prima fila troviamo l’italianissimo (a dispetto del nome) Angelo Obinze Ogbonna, nato a Cassino nel 1988, da genitori nigeriani. Quasi un metro e novanta per novanta chili, Ogbonna è una delle giovani speranze del calcio italiano. Cresciuto nel settore giovanile granata ha sempre giocato con la maglia del Toro, tranne una parentesi con il Crotone in C1 nel 2007/08. Centrale mancino ben conosciuto dal pubblico vicentino che l’ha visto all’opera per due stagioni (46 presenze e 2 reti), Valerio Di Cesare anche in piemonte ha mantenuto le caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinto: ottimo difensore con grande senso dell’anticipo, ma anche una certa inclinazione all’ammonizione facile. Sono già 8 i cartellini gialli in 16 partite disputate, però senza mai un’espulsione; lontanto quindi dal record di 4 raggiunto lo scorso anno in biancorosso dal ventisettenne romano. Con lo stesso numero di presenze di Di Cesare c’è il toscano Francesco Pratali, 32 anni, altro specialista nel gioco aereo, per 7 stagioni all’Empoli prima di cambiare casacca e scegliere il granata che veste da tre anni. A sinistra ha giocato per 24 volte il napoletano Agostino Garofalo, (’84) che si è fatto conoscere quando giocava con il Grosseto da dove il Siena l’ha prelevato. Cursore dotato di un buon tiro Garofalo è al Torino in prestito dai toscani con diritto di riscatto della comproprietà. Nelle ultime gare, però, Lerda ha preferito schierare sulla fascia mancina Lucian German Zavagno, argentino di 33 anni, che curiosamente ha lasciato le ultime due società in cui ha giocato (Pisa e Ancona) dopo il loro fallimento.
Nel centrocampo di mister Lerda la fase di impostazione del gioco è affidata ad Alessandro Budel, trasferitosi dal Brescia a gennaio con la formula del prestito con diritto di riscatto. Mancino di trentanni Budel ha alle spalle una carriera di tutto rispetto che ha toccato il suo apice nelle quattro stagioni al Cagliari in serie A, pur senza mai toccare cifre trascendentali in fatto di gol: il suo record in un campionato è di tre reti stabilito quando giocava in B nel Parma. Compiti simili sono affidati a Daniele De Vezze, altro centrale di centrocampo che sa abbinare una buona disposizione tattica ad una altrettanto valida visione di gioco. De Vezze, classe ’80 – autore tra parentesi dell’autogol che portò in vantaggio i biancorssi all’andata – non sarà della partita per un infortunio muscolare.
Nello scambio con Gorobsov a Torino è arrivato in prestito dal Cesena Giuseppe De Feudis, centrocampista ventisettenne, giocatore con grinta da lottatore, che si accolla il “lavoro sporco” sulla mediana. Più rare (13 presenze a testa) sono le apparizioni degli altri due centrali in rosa, l’ex Paolo Zanetti (47 presenze è un gol nei primi anni duemila), nato a Valdagno nel 1982 e il ghanese Christian Obodo, ventisei anni, in prestito con diritto di riscatto dall’Udinese, che pure era andato in gol alla prima giornata di campionato. Poco spazio anche per l’esterno Andrea Gasbarroni (’81) che può considerarsi uno dei giocatori di maggiore fantasia del Toro, tanto che in carriera è stato schierato anche come trequartista. Dopo le 39 presenze con 2 gol della scorsa stagione, quest’anno Gasbarroni stenta a trovare posto nell’undici titolare anche perché Lerda spesso schiera tre punte e la conocorrenza è tutta di grande qualità. Nello scambio di cessioni che ha portato Belinghieri al Livorno il Toro si è assicurato un laterale di grande qualità: si tratta di Biagio Pagano, napoletano di ventisette anni, giocatore che tra i cadetti, con Bari, Rimini, Reggina (dove in una stagione è andato addirittura in doppia cifra con 11 reti) e recentemente Livorno, ha sempre fatto bene. Il reparto si completa con Alen Stevanovic che i granata hanno preso in comproprietà dall’Inter. Nato in Svizzera da genitori emigranti serbi Stevanovic viene soprannominato ”Zizou” e paragonato al fuoriclasse francese per le giocate. Questo però è un paragone un pò esagerato per questo ragazzo classe 91, con ottimo fisico (180 cm per 75 cm), grande velocità la cui posizione preferita è quella di attaccante esterno, in un 4-3-3 sia a destra che a sinistra.
90 è il numero del reparto offensivo granata. Tante sono le reti che hanno messo insieme nella scorsa stagione gli attaccanti che fanno parte della rosa del Torino. Venticinque quelli realizzati da solo da Rolando Bianchi, attaccante bergamasco classe ’83 di quasi un metro e novanta, letale nel gioco aereo che in granata ha ritrovato i grandi numeri che nella Reggina gli valsero la chiamata dalla Premier League destinazione Manchester City. Con le attuali 13 reti Bianchi sembra ben avviato per ripetere una grande stagione da bomber. Un gol in meno invece per Mirko Antenucci, centravanti di un anno più giovane del compagno di reparto. Giunto in comproprietà dal Catania che ne deteneva il cartellino Antenucci porta in dote appunto le 24 marcature che gli sono valse la ribalta ad Ascoli, ma evidentemente non sono bastate per ottenere la fiducia del Catania che l’ha girato a gennaio al Toro, dove nelle 6 gare finora disputate l’ha messa dentro in due occasioni.
Subito dietro ai due cannonieri ci sono le 12 reti che Alessandro Sgrigna (’80) ha realizzato con la maglia del Vicenza. Sgrigna dall’alto delle quasi 150 presenze in biancorosso con 27 gol ha promesso che se segnerà non esulterà. Con Lerda l’ex biancorosso sta trovando qualche difficoltà perché il mister piemontese lo fa giocare in posizione più esterna; nonostante ciò Sgrigna con 5 marcature ha portato comunque il suo contributo alla causa.
Dodici reti ha totalizzato nello scorso campionato anche Antimo Iunco. L’attaccante ventiseienne brindisino, che ama giocare come seconda punta, in coppia con Ardemagni a Cittadella ha segnato come mai gli era capitato in carriera. Come Sgrigna nella stagione in corso Iunco, meno duttile del romano, ha siglato per 5 volte, però in sole 15 partite giocate rispetto alle 28 del compagno di reparto.
In una fase di campionato in cui il Toro si era trovato senza attaccanti, i granata hanno deciso di acquistare in prestito con diritto di riscatto dal Queens Park Rangers Alessandro Pellicori, 8 reti con il Mantova la scorsa stagione. Ad oggi però il ventinovenne attaccante calabrese ha risposto con una sola rete che comunque è valsa la vittoria di Trieste.
Una delle note positive di questa stagione del Torino è sicuramente Dejan Lazarević, talento sloveno di ventun’anni arrivato dal Genoa. I granata stanno già pensando ad un modo per tenerlo anche il prossimo anno – dato che la formula del trasferimento è prestito secco e dunque non riscattabile. Il tecnico del Torino Lerda lo sta utilizzando un pò in tutte le posizioni offensive, sopratutto da esterno offensivo di un 4-2-3-1. Sinistro di piede, può essere schierato in entrambe le corsie senza alcun problema grazie ad un fisico “ideale” per il ruolo: 178 centimetri per 67 chilogrammi. Può anche essere accentrato da trequartista o da seconda punta, ove è capace di trovare l’ultimo passaggio per la punta.
Infine espressamente voluto da mister Lerda è arrivato da poco Denilson Martino Gabionetta, classe ’85, 9 reti l’anno scorso a Crotone, che i granata hanno prelevato direttamente dal Brasile, terra d’origine del giocatore, dove era teoricamente senza contratto (ma c’è stato un contenzioso con il Crotone stesso, poi risolto dalla Figc). Esterno offensivo capace di giocare sia sulla fascia destra sia su quella sinistra, Gabionetta, manca di continuità e dilaziona col contagocce nell’arco della partita le giocate estrose. Con Lerda in Calabria però il brasiliano ha disputato forse la sua miglior stagione ed ha accettato con entusiasmo di mettersi in gioco in una squadra già ricca di talenti.
(Nelle foto, dal sito del Torino calcio, dall’alto: mister Lerda, l’ex Claudio Rivalta, il centrocampista Alessandro Budel, e un altro degli ex della partita Alessandro Sgrigna)